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Brescia
di + PIERANTONIO TREMOLADA 22 ott 2023 20:09

Cuori ardenti, piedi in cammino

"Camminiamo nel mondo, sentiamoci parte viva di una umanità che Dio ama. La sofferenza del mondo sia la nostra, la speranza del mondo sia da noi custodita, la pace dei cuori sia da noi testimoniata". Leggi la riflessione del vescovo Pierantonio pronunciata durante la Veglia Missionaria, sabato 21 ottobre, in Cattedrale

Il tema di questa Giornata Missionaria Mondiale 2023 è espresso nella frase: “Cuori ardenti, piedi in cammino”. Intravediamo immediatamente il riferimento all’episodio dei due discepoli di Emmaus che troviamo raccontato nel Vangelo di Luca. Vorrei fermarmi con voi a meditare un momento su queste due espressioni. Credo ci possano aiutare a comprendere meglio la dimensione missionaria della fede e a vivere con maggior consapevolezza questo momento.

"Cuori ardenti" è un’espressione che richiama le parole stesse dei due discepoli: “Non ci ardeva forse il cuore mentre conversava con noi ci spiegava le scritture?”. Se proviamo entrare un po’ in profondità in questa esperienza dei due discepoli di Emmaus, la riconosciamo segnata da un passaggio: da una condizione di tristezza, di delusione e di smarrimento a una esperienza di grande consolazione. Questo passaggio avviene grazie all’ascolto della parola di uno sconosciuto che permette loro di comprendere il vero senso delle Scritture. Quello che a loro sembrava una fallimento, cioè la morte in croce di Gesù il Nazareno, acquista un senso nuovo, che li stupisce e riaccende la loro speranza. Piano piano vengono condotti e comprendere la morte in croce idi Gesù non è la fine di tutto, ma il vertice di un disegno di grazia nel quale si è manifestato l’amore di Dio per l’umanità ferita e che attraverso questa morte le grandi promesse dei profeti si sono compiute. Mentre ascoltano queste parole rimangono colpiti dal senso nuovo che prendono gli eventi che li avevano sconvolti. Si accende in loro una luce, un fuoco che fa ardere il loro cuore.

Qui ricercato il segreto di ogni testimonianza. Ognuno che si fa missionario nel mondo è mosso dal desiderio di far conoscere la verità e la misura dell’amore che ha portato il Messia di Dio a salire sulla croce e che ha vinto la tenebre del mondo con la luce della risurrezione. Alla base della missione c’è sempre lo stupore di fronte all’opera di Dio compiuta in Cristo Gesù, la meraviglia di fronte alla sua bontà verso di noi, salvati senza merito. Come scrive san Paolo ai Filippesi, “Lui, che era come Dio, annientò se stesso divenendo simile agli e umiliandosi fino alla morte e alla morte di croce”. Agli occhi di ogni vero credente la croce di Gesù non è una sconfitta ma, nella potenza della risurrezione, una vittoria: vittoria dell’amore sull’odio, della mitezza sulla violenza, del perdono sulla vendetta, della benevolenza sulla crudeltà. Dal costato trafitto del Cristo sulla croce scaturisce un’acqua viva che – come spiega Gesù a Nicodemo – diventa nel cuore di ogni uomo che crede “sorgente che zampilla per la vita eterna”.

Così, cari missionari e missionarie, presbiteri, religiosi religiose e voi fratelli e sorelle che in forza del vostro battesimo avete fatto la scelta missionaria, in voi opera questa sorgente che dà vita. La vostra chiamata viene da questo mistero di bene che dalla croce di Gesù si irradia nel mondo. Voi ci ricordate che occorre farsi stupire da ciò che forse ci è diventato troppo familiare, cioè dalla croce del Signore, e lasciarsi attirare a lui. Sempre san Paolo ci ricorda che è “l’amore di Cristo che ci spinge”, che esercita una misteriosa pressione sul nostro cuore, che lo riscalda e insieme lo sollecita. La nostra vita diventa così un dono, l’offerta di noi stessi per il bene del mondo.

"Piedi in cammino". I due discepoli sono in cammino. Percorrono due volte la stessa strada, in due direzioni opposti: prima escono da Gerusalemme e poi vi ritornano. Con due sentimenti totalmente opposti, che richiama i sentimenti del seminatore di cui parla un Salmo pensando del seminatore: “Nell’andare se ne va e piange, portando la semente da gettare, nel tornare viene con giubilo, portando i suoi covoni”. Un cammino accompagnato dalla tristezza, un altro pieno di gioia. A fare la differenza è l’incontro con il Signore Gesù, riconosciuto allo spezzare del pane: quello sconosciuto che ha fatto ardere il cuore spiegando le Scritture è in realtà il Cristo risorto, il Vivente, che si fa vicino ai suoi che camminano. Fa capire loro che non saranno mai soli e che i loro passi saranno sempre accompagnati dai suoi.

Anche noi siamo in cammino. Stiamo vivendo come Chiesa universale l’esperienza del Sinodo e come Chiesa diocesana il cammino della sinodalità. Sinodo vuol dire camminare insieme e perciò non stare fermi, non chiudersi, ma aprirsi e condividere, mettersi in ascolto. Siamo chiamati a farci compagni di viaggio degli uomini e delle donne del nostro tempo, a camminare con loro, a fare nostri le loro ansie e le loro speranze. Capita anche a noi di attraversare momenti di tristezza, di oscurità, di smarrimento. A volte – come dice il Salmo – dobbiamo “attraversare una valle oscura”. Ma è sempre il Salmo che ci invita a confidare nella presenza amorevole di colui che non ci abbandona: “Tu sei con me, il tuo bastone e il tuo vincastro sono il mio conforto”. La Chiesa è per definizione votata all’annuncio del Vangelo e il Vangelo è annuncio di salvezza, di riscatto, di liberazione per tutti, perché Dio è Padre di tutti e Gesù è il salvatore del mondo.

Camminiamo dunque nel mondo, sentiamoci parte viva di una umanità che Dio ama. La sofferenza del mondo sia la nostra, la speranza del mondo sia da noi custodita, la pace dei cuori sia da noi testimoniata.

Voi cari missionari e missionarie ci ricordate che questo si deve fare, che non ci sono confini per l’annuncio del Vangelo e che a tutti ci si può affiancare per condividere la gioia di una vita che viene dalla fede in Cristo Gesù. Voi lo fate oltrepassando i confini geografici del territorio che vi ha visto nascere, affrontando la sfida dell’incontro con culture diverse, vivendo un distacco che domanda coraggio e generosità. Lo fate nel nome del Signore, con il desiderio di mettervi a servizio del Vangelo là dove la situazione è spesso quella delle periferie del mondo, offrendo un sostegno alle Chiese giovani che là sono nate.

Noi vi ringraziamo per questa preziosa testimonianza, che per noi è stimolo a rendere la nostra Chiesa sempre più conforme al Vangelo, trasparente della grazia, testimone della misericordia del Padre.

Ci accompagni il Cristo risorto nel nostro cammino, faccia ancora ardere il nostro cuore attraverso la sua Parola, ci santifichi con il dono inestimabile dell’Eucaristia e ci renda testimoni credibili del suo amore in un mondo che, nel suo travaglio, non cessa di anelare a una speranza che sia capace di vincere ogni tristezza.

+ PIERANTONIO TREMOLADA 22 ott 2023 20:09