lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Roma
di MARCO FOLLLINI 09 set 2021 08:37

Draghi e la fatica di convivere con i partiti

Ascolta

La disputa tra Draghi e i partiti è felpata e garbata. Almeno all’apparenza. I partiti litigano tra loro e mai con il premier. Il quale a sua volta segue il suo percorso e sta bene attento a non dare l’idea di trascurare o sottovalutare le diverse esigenze di ciascuno dei soci della sua maggioranza. Nessuno fa rullare i tamburi di guerra e le previsioni di tutti concordano che si andrà avanti così almeno fino al Quirinale. Eppure, è una guerra, quella in corso. Non dichiarata. Non cruenta. Fredda e non calda. Condotta da (quasi) tutti con accorta diplomazia. Nascosta sotto un velo di parole amichevoli e/o rassegnate. Destinata però, prima o poi, a svelarsi.

Il fatto è che Draghi non intende “scendere” in politica, tantomeno presentarsi alle elezioni. Egli lascia ai partiti lo spazio (esiguo, in verità) delle loro bandierine. Ma non più di questo. E i partiti a loro volta sanno di essere soggetti a una sorta di commissariamento. All’indomani del quale ognuno riprenderà il proprio posto di combattimento puntando le armi sull’accampamento avversario.

Per ora i partiti offrono al governo i loro voti per la sopravvivenza parlamentare. E Draghi li ricambia cercando di fare le cose che ritiene necessarie senza mai far pendere il peso della bilancia di governo da una parte o dall’altra. È un equilibrio faticoso, a cui tutte le parti concorrono con una certa dose di pazienza. Sotto la quale si avverte però una sorta di reciproca insofferenza. È la fatica di convivere, croce e delizia di ogni politica.

MARCO FOLLLINI 09 set 2021 08:37