Impegnati a tacere il bello

Parliamo di Africa, visto che non lo si fa più, almeno nella comunicazione di massa e, quando lo si fa, è in maniera distorta. Secondo Amref Health Africa, l’1,2% delle notizie dei Tg italiani nel 2024 ha riguardato il continente africano; sui giornali va peggio se si considera che i titoli nelle prime pagine riguardanti le questioni africane si sono dimezzati (solo il 25% degli articoli riguarda questioni dell’Africa in sé, il restante si concentra su problemi del territorio riconducibili a questioni o persone africane): si autoalimenta un circuito comunicativo concentrato sui problemi, sulle guerre, sulle carestie; quasi nessuno racconta le reali potenzialità di un enorme continente che ha le sue storie di speranza, di riscatto e di sviluppo (gli italiani conservano un pezzo del proprio cuore solidale riservato all’Africa, come testimoniano le associazioni che vi operano). Scriveva papa Francesco nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali del 1° giugno: occorre “raccontare storie intrise di speranza, avendo a cuore il nostro comune destino e scrivendo insieme la storia del nostro futuro”. Siamo troppo abituati e addirittura impegnati a tacere il bello. Nostro e degli altri.
