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di MAURO CINQUETTI 15 apr 2021 11:19

Per una sapienza amante

L'assistente dell'Università Cattolica presenta la nuova sede.

È stata la prima università  ad aprire a Brescia: era il 1965. Da un po’ di tempo un grande lavoro dell’instancabile laicato cattolico bresciano e la decisiva spinta della diocesi avevano cercato di creare le condizioni affinché a Brescia si aprisse una sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’università “dei cattolici italiani”. Fin dall’Ottocento la nostra città si era distinta per le sue istituzioni educative di ispirazione ecclesiale: da Lodovico Pavoni a Giovanni Battista Piamarta, al beato Giuseppe Antonio Tovini, che ancora a fine ‘800 aveva immaginato un’università espressione della chiesa cattolica nell’Italia laicista, a Giorgio Montini, padre del futuro Paolo VI, fino a Vittorino Chizzolini e a sacerdoti impegnati nell’ambito educativo e nella ricerca, come mons. Angelo Zammarchi. Molti di loro si erano raccolti attorno all’editrice La Scuola e avevano fatto della nostra città un’eccellenza in ambito educativo e pedagogico. Così nacque l’idea di portare a Brescia una sede dell’Università fondata nel 1921 a Milano da padre Agostino Gemelli.

Iniziò la facoltà di Magistero per la formazione degli insegnanti della scuola, dopo pochi anni si aprì la facoltà di matematica e poi molto altro… Domenica 18 aprile si festeggia la 97° Giornata dell’Università Cattolica, promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo – ente fondatore dell’Università – in collaborazione con la CEI. Con l’istituzione di questa Giornata, l’Università Cattolica vuole approfondire gli ideali che stanno alla base della sua fondazione e consolidare il suo legame con la Chiesa attraverso le Diocesi e le parrocchie. Quest’anno ricorre anche il centenario della sua fondazione. Già da diverso tempo, prima di quel 7 dicembre 1921, diversi intellettuali, pensatori, religiosi, uomini e donne attivi nella società, sognavano la realizzazione di un ateneo cattolico per favorire la formazione e l’educazione dei giovani alla luce del vangelo.

Si sentiva la necessità di far crescere uomini e donne responsabili, capaci e rispettosi dei valori umani, per l’edificazione di una società cristianamente ispirata. I fondatori Armida Barelli e padre Agostino Gemelli decisero di porre la nascente università sotto la protezione del Sacro Cuore. Un patrocinio strano per un luogo di sapienti e di dotti, eppure significativo: forse a dire che senza togliere nulla al sapere, allo studio, alla ricerca rigorosa e scientifica, c’è un orizzonte di sapienza che sta oltre i saperi specialistici, che non dipende dalla quantità di libri letti o di articoli scritti. È una sapienza che viene dall’alto e che non è tanto il risultato degli sforzi umani, ma il dono che nasce dal mettersi umilmente alla scuola del Signore, dalla contemplazione del suo Cuore amante. È la sapienza che viene dall’essere figli amati del Padre e per questo capaci di amare. In questo tempo difficile per tutti, abbiamo bisogno di specialisti ben formati, ma abbiamo ancor più bisogno di persone capaci di quella “sapienza amante” che sa riconoscere il prossimo come fratello e sa amare chi è stanco e provato. Allora occorre conoscere bene la letteratura, la matematica, la fisica, le lingue, la psicologia e la pedagogia… ma soprattutto c’è una conoscenza che dà ristoro: conoscere il Padre, così da entrare, amati, nell’amore. Perché chi ama vede e conosce in profondità. Benedica il Signore questa presenza nella nostra città, affinché possa effondere scienza rigorosa e “sapienza amante”.

MAURO CINQUETTI 15 apr 2021 11:19