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di MAURO TONINELLI 10 mar 2016 00:00

Società. Sessualità sì, sesso no

I fatti che stanno riempiendo la cronaca di questi mesi (Brescia compresa, adolescenti compresi) fanno ribrezzo, portano a dire “Ma come si fa?”. È evidente che è in atto uno svuotamento progressivo dei valori umani

I fatti che stanno riempiendo la cronaca di questi mesi (Brescia compresa, adolescenti compresi) fanno ribrezzo, portano a dire “Ma come si fa?”. È evidente che è in atto uno svuotamento progressivo dei valori umani. Una sorta di nichilismo valoriale che, in nome di un ego personale che diviene metro di tutto, non sa scorgere più ciò che veramente vale. Se l’individuo diviene unico riferimento di sé, in nome di una libertà assoluta, allora tutto è relativo e opinabile.

E così il tema di come preservarsi dalle malattie sessualmente trasmissibili fa passare in secondo piano la riflessione su cosa porti tanti ragazzi a sfidarle, prostituendosi per pochi soldi; allo stesso modo si di dimentica di quelle ragazze disposte a dare se stesse in un bagno di un centro commerciale per pochi soldi e comprarsi i jeans alla moda e di molte azioni che fanno della violenza l’unico modo per esprimersi... Al di là di facili moralismi, molte di queste situazioni evidenziano un punto che la nostra società ha esaltato (sessualità) e svuotato (sesso). Situazioni che si respirano ovunque, si pensi alla pubblicità, ma che sono state espulse dai luoghi educativi. Se degli organi del nostro corpo è chiara la loro funzione, a cosa servano, lo stesso non si può dire del sesso. E il sesso non può avere come unico fine la procreazione: saremmo come animali con periodi atti a questo. Non può essere il puro piacere del singolo: basterebbero stimolazioni fisiche o cerebrali per questo. Quindi? Certo è che il sesso diviene la base della relazione dei due, della famiglia, della società.

Dal desiderio di due, che si amano intensamente, si sviluppa la famiglia nella possibilità che nasca una vita come dono, perché non calcolato. Non è un contratto, alla base, ma la tensione amorosa-sessuale che mantiene il fine naturale dell’organo che non si chiude su sé, aprendo a qualcosa che trascende la nostra realtà. In questo modo uomo e donna si ritrovano padre e madre. I nomi della famiglia nascono in relazione all’arrivo del figlio, ed è questo a ridefinire chi si è all’interno delle relazioni. Anche nel caso delle adozioni questo rimane valido. La fondatezza di questo nel sesso, nella carne, si nota laddove anche quando le relazioni tra genitori e figli saltano da un punto di vista mentale, rimane un legame naturale carnale che non può essere cancellato. Nel rispetto e nella libertà; certo di aver generato dubbi, conferme, rabbia o perplessità...
MAURO TONINELLI 10 mar 2016 00:00