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Sofia
di IVA MIHAILOVA 30 apr 2019 08:15

Bulgaria, dove le religioni sono in pace

Il Pontefice arriverà a Sofia il 5 maggio e ripartirà per Skopje (Macedonia del Nord) il 7 maggio. Per il suo viaggio il motto scelto è Pacem in terris, dall'omonima enciclica di Papa Giovanni XXIII, rimasto come nunzio apostolico a Sofia per 10 anni

In Bulgaria il conto alla rovescia per la visita di Papa Francesco è iniziato. Il pontefice arriverà a Sofia il 5 maggio e ripartirà per Skopje (Macedonia del Nord) il 7 maggio. Per il suo viaggio il motto scelto è “Pacem in terris”, dall’omonima enciclica di Papa Giovanni XXIII, rimasto come nunzio apostolico a Sofia per 10 anni. “Sia il motto che il legame con l’allora mons. Roncalli non è casuale – spiega al SIR mons. Christo Proykov, presidente dei vescovi bulgari -. Il centro di Sofia nasconde un quadrilatero unico dei templi religiosi. A pochi metri di distanza si trovano la cattedrale ortodossa metropolitana “Sv. Nedelya”, la cattedrale cattolica “San Giuseppe”, la sinagoga e la moschea “Banya Bashi”. “I templi testimoniano che qui da secoli convivono in pace fedeli di diverse religioni, infatti finora in Bulgaria non è stato registrato nessun crimine a sfondo religioso”, aggiunge il presule. Il vescovo indica nella pace e nella tolleranza valori presenti nel Dna dei bulgari, popolo balcanico che non ha condiviso le pagine spesso intrise di sangue dei Paesi vicini. E da questo luogo simbolico, il 6 maggio sera, Papa Francesco accompagnato dai rappresentanti delle altre confessioni religiose eleverà una preghiera di pace per il mondo intero. “Sarà un gesto molto simbolico perché oggi la società, i governanti, tutti abbiamo bisogno di pace che è anche frutto delle nostre mani”, spiega mons. Proykov.

Il culmine della visita. L’incontro per la pace sarà il culmine della visita di Francesco in Bulgaria ma anche il suo ultimo evento sul suolo bulgaro. Sei bambini, rappresentanti delle diverse confessioni, porteranno dei ceri accesi, simboleggianti la luce e la speranza che la pace potrà essere realizzata nel mondo e tra le religioni, messaggere di dialogo e dei valori del bene, lontane dall’odio e dall’aggressione.

Il dialogo con gli ortodossi. L’incontro ufficiale tra Papa Francesco è il patriarca Neofit, capo della Chiesa ortodossa bulgara, invece si svolgerà il 5 maggio, nell’Aula del Santo Sinodo. Inoltre saranno presenti tutti i metropoliti, membri del Santo Sinodo, ed è anche pronto già il loro regalo per il Santo Padre: un grande quadro raffigurante la cattedrale patriarcale “Alexander Nevski”. Ultimamente grande scalpore ha suscitato un comunicato del Santo Sinodo nel quale si affermava che i vertici della Chiesa ortodossa bulgara non parteciperanno negli altri punti del programma della visita. “Questo non ci preoccupa”, commenta mons. Proykov, convinto che “l’incontro importante si svolgerà nel faccia a faccia con il patriarca”. “Sono sicuro che sarà uno scambio di vedute caratterizzato da grande cordialità, da leader religiosi e uomini di fede che credono nello stesso Dio”. A suo avviso “alla fine l’ecumenismo è frutto dello Spirito Santo e ogni Chiesa ha bisogno dei suoi tempi per andare avanti sul cammino dell’unità”.

Grande attesa tra i cattolici. Per il resto, Papa Francesco è molto atteso in Bulgaria, non solo dalla piccola comunità cattolica. “Solo dalla parrocchia di rito latino di Sofia dedicata a San Giuseppe -spiega al Sir il parroco fra Jaroslaw Babik -, si sono iscritte 1500 persone ma non sono solo cattolici, la gente ha invitato i vicini, gli amici, tutti vogliono vedere il Papa”. Nel pomeriggio del 5 maggio, nella piazza centrale dedicata al primo principe bulgaro dopo la liberazione “Alexander I”, il Santo Padre celebrerà la messa della domenica. “Sara l’evento di maggior partecipazione quando tutti i cattolici venuti da ogni angolo della Bulgaria si uniranno in preghiera con il Papa”, afferma fra Babik. La piazza sarà gremita, si aspettano 7600 fedeli e il numero delle iscrizioni è stato chiuso a fine febbraio a causa dell’esaurimento dei pass.

Il gesto con i migranti. La seconda giornata in terra bulgara del Papa inizierà con una visita privata a uno dei campi profughi di Sofia. “Un gesto forte per la realtà bulgara dove ci sono pochi migranti e la gente ne ha tanta paura a volte”, chiarisce Emanouil Patascev, segretario generale della Caritas Bulgaria che accoglierà Francesco all’entrata del campo dove lo aspetterà un gruppo di famiglie di migranti. La visita proseguirà con la tappa a Rakovski, la città con maggior presenza dei cattolici, circa 15 mila su un totale di 70 mila in tutto il Paese. All’entrata della città, situata a 150 km da Sofia, si erge un grande manifesto con la figura del Papa e la scritta “Benvenuto”, mentre sullo sfondo è rappresentata la chiesa del Sacro Cuore dove Francesco celebrerà la messa delle prime comunioni per i bambini di tutta la Bulgaria. “È un momento memorabile per tutti questi ragazzi, un ricordo che conserveranno per tutta la vita, i bambini aspettano con impazienza questa festa con il Papa”, racconta don Rumen Stanev, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Rakovski. “Per la nostra città – aggiunge – l’arrivo del pontefice è un evento unico che capita una volta nella vita”. La sua speranza però è che, “oltre l’entusiasmo e l’attesa, la presenza del Papa porterà anche molti frutti spirituali”. “Perché – spiega – la secolarizzazione arriva anche dalle nostre parti. Da molti anni non abbiamo vocazioni al sacerdozio”. Per l’arrivo del Papa però le chiese di Rakovski – le maggiori di tutta la Bulgaria –  sono risultate piccole. Vi entreranno solo circa 720 persone mentre gli altri rimarranno nelle piazze e per le strade.

IVA MIHAILOVA 30 apr 2019 08:15