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Roma
di REDAZIONE 29 nov 2021 16:31

Il Papa: i migranti non sono statistiche

“Il dibattito sulla migrazione non è realmente sui migranti. Ossia, non si tratta solo di migranti: si tratta piuttosto di tutti noi, del passato, del presente e del futuro delle nostre società”. A ribadirlo è il Papa, nel videomessaggio per il 70° anniversario dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), letto dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. “Non dobbiamo lasciarci sorprendere dal numero dei migranti, bensì incontrarci con tutti loro come persone, vedendo i loro volti e ascoltando le loro storie, cercando di rispondere il meglio possibile alle loro particolari situazioni personali e familiari”, il monito di Francesco, secondo il quale “non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di statistiche, bensì di persone reali la cui vita è in gioco”. Tale risposta, secondo il Papa, “richiede molta sensibilità umana, giustizia e fratellanza”: “Dobbiamo evitare una tentazione molto comune oggigiorno: quella di scartare tutto ciò che risulta fastidioso. È proprio questa la ‘cultura dello scarto’ che tante volte ho denunciato”. “Nella maggior parte delle principali tradizioni religiose, compreso il cristianesimo – sottolinea il Santo Padre –  troviamo l’insegnamento che ci esorta a trattare gli altri come vogliamo  che trattino noi, e ad amare il nostro prossimo come noi stessi. Altri insegnamenti religiosi insistono sul fatto che dobbiamo andare al di là di questa norma e che non dobbiamo trascurare l’ospitalità verso lo straniero, poiché alcuni, praticandola, ‘hanno accolto degli angeli senza saperlo’”, come si legge nella lettera agli Ebrei: “Senza dubbio questi valori universalmente riconosciuti devono guidare il nostro modo di trattare i migranti nella comunità locale e nell’ambito nazionale”.

“Da un lato, nei mercati dei paesi a reddito medio-alto la manodopera migrante è molto richiesta e benaccetta come modo per compensarne la mancanza. Dall’altro, i migranti sono generalmente rifiutati e soggetti ad atteggiamenti risentiti da parte di molte loro comunità di accoglienza”. A mettere in luce questo “duplice standard” sui migranti, che “deriva dal prevalere degli interessi economici sui bisogni e sulla dignità della persona umana”, è il Papa. Tale tendenza, secondo Francesco, “è apparsa particolarmente evidente durante le chiusure del Covid-19, quando molti dei lavoratori essenziali erano migranti, ma non sono stati concessi loro i benefici dei programmi di aiuto economico per il Covid-19 e neanche l’accesso all’assistenza sanitaria di base e alle vaccinazioni”. “Ancora più deplorevole – la denuncia del Papa – è il fatto che i migranti vengano utilizzati sempre più come moneta di scambio, come pedoni di una scacchiera, vittime di rivalità politiche”. “Come tutti sappiamo, la decisione di emigrare, di abbandonare la terra natale o il territorio di origine è senza dubbio una delle più difficili della vita”, osserva Francesco: “Come si possono sfruttare la sofferenza e la disperazione per avanzare o difendere agende politiche? Come possono prevalere le considerazioni politiche quando a essere in gioco è la dignità della persona umana?”. “La mancanza basilare di rispetto umano alle frontiere nazionali ci sminuisce tutti nella nostra umanità”, il monito del Papa: “Al di là degli aspetti politici e giuridici delle situazioni irregolari, non dobbiamo mai perdere di vista il volto umano della migrazione e il fatto che, al di sopra delle divisioni geografiche delle frontiere, facciamo parte di un’unica famiglia umana”.

“C’è un bisogno urgente di trovare vie dignitose per uscire dalle situazioni irregolari”. È l’appello contenuto nella parte finale del videomessaggio. “La disperazione e la speranza prevalgono sempre sulle politiche restrittive”, la tesi di Francesco: “Quante più vie legali esisteranno, meno probabile sarà che i migranti si vedano trascinati nelle reti criminali dei trafficanti di persone o nello sfruttamento e negli abusi durante il contrabbando”. I migranti, secondo il Papa, “rendono visibili il vincolo che unisce tutta la famiglia umana, la ricchezza delle culture e la risorsa per gli scambi in materia di sviluppo e le reti commerciali costituita dalle comunità della diaspora”: per questo “il tema dell’integrazione è fondamentale”, ed implica “un processo bidirezionale, basato sulla mutua conoscenza, sull’apertura reciproca, sul rispetto delle leggi e della cultura dei paesi di accoglienza con un vero spirito di incontro e di arricchimento reciproco”. “La famiglia migrante è una componente essenziale delle comunità del nostro mondo globalizzato, ma in troppi paesi si negano ai lavoratori migranti i benefici e la stabilità della vita familiare a causa d’impedimenti legali”, il grido d’allarme di Francesco: “Il vuoto umano che si lascia dietro quando un padre o una madre emigra da solo è un duro promemoria dell’opprimente dilemma che presuppone il vedersi costretti a scegliere tra emigrare da soli per alimentare la propria famiglia o godere del diritto fondamentale a restare nel paese di origine con dignità”. “La comunità internazionale deve affrontare con urgenza le condizioni che danno luogo alla migrazione irregolare, facendo così della migrazione una scelta ben informata e non una necessità disperata”, l’ennesimo appello del Papa: “Affinché la maggior parte delle persone che possono vivere dignitosamente nel proprio paese di origine non si sentano costrette a emigrare in modo irregolare, occorrono urgentemente sforzi per creare migliori condizioni economiche e sociali affinché l’emigrazione non sia l’unica opzione per chi cerca pace, giustizia, sicurezza e pieno rispetto per la dignità umana”. “La migrazione non è solo una storia di migranti – conclude Francesco – ma di disuguaglianze, disperazione, degrado ambientale, cambiamento climatico, ma anche di sogni, di coraggio, di studi all’estero, di riunificazione familiare, di nuove opportunità, di sicurezza e protezione, e di lavoro duro ma dignitoso”.

REDAZIONE 29 nov 2021 16:31