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Panama
21 gen 2019 08:18

Panama: le attese per la Gmg al via

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Parolin: "Lo spirito delle giornate panamensi sarà lo stesso del Sinodo dei giovani", ma per don Falabretti (Servizio nazionale per la pastorale giovanile) la formula è da ripensare

“La Giornata mondiale di Panama si colloca immediatamente dopo la celebrazione del Sinodo dei vescovi sui giovani dell’ottobre scorso. Penso che lo spirito che la animerà, e che animerà quindi anche il Santo Padre, sia lo stesso spirito che ha animato il Sinodo: uno spirito di grande gioia”. Lo dice il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, in un’intervista rilasciata a Vatican News alla vigilia del viaggio apostolico di Papa Francesco a Panama per la Gmg (22-27 gennaio)

“Io credo che questo spirito si concretizzi poi in alcune precise indicazioni: prima di tutto, il fatto che i giovani sono parte della Chiesa”, aggiunge il porporato. Ricordando la partecipazione di mille giovani indigeni, il card. Parolin spiega che “il messaggio per loro sia quello della valorizzazione di queste culture: queste culture certamente possono ricevere ma possono anche dare dei contributi fondamentali” allo “sviluppo e al progresso del nostro mondo”. Secondo il segretario di Stato vaticano, il Papa lancerà un messaggio di impegno nella società ai giovani. “Credo che il Papa prima di tutto, come fa sempre nei suoi incontri con i giovani, lancerà questo messaggio: ‘Non scoraggiatevi, andate avanti; sapete che potete fare qualcosa, che potete incidere su questa Storia e su queste vicende’, di fronte anche ai tanti mali che sperimentano”. Un messaggio di impegno anche in politica. “Impegnatevi anche in questo ambito perché davvero può essere un ambito importante, prezioso per lavorare a migliorare il mondo”.

“La cosiddetta ‘Generazione Gmg’ è finita. È finito il tempo in cui i giovani ‘volavano’ pur di radunarsi e ascoltare la voce del Papa e dei vescovi, che li istruivano con le catechesi. Il cammino sinodale ha posto in modo serio la questione dell’ascolto, che ci chiede un ingaggio diverso con le giovani generazioni”. Lo scrive don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg), nel numero di gennaio di “Vita” pastorale. Il direttore dell’Ufficio Cei intravede “segnali di una certa ‘stanchezza’ a eventi di questo tipo”. “Lo dicono i responsabili delle pastorali giovanili locali, e la loro fatica nella convocazione dei giovani”. Guardando al passato don Falabretti spiega che “un tempo bastava un manifesto; oggi bisogna rincorrerei giovani, spiegando loro cos’è la Gmg”. “La stessa stanchezza – aggiunge –, trasversale a molti aspetti della vita pastorale, prende preti ed educatori, che non trovano forza e coraggio per fare i bagagli e sostenere il cammino dei giovani in un’esperienza come la Gmg”. È per questo motivo che, secondo don Falabretti, “riconoscere il cambiamento d’epoca, chiede una capacità di stare accanto e di rimanere in ascolto, che è condizione prima per farne scaturire un dialogo fecondo”. Il direttore del Snpg sostiene che “la Gmg non debba essere considerata un’esperienza pastorale finita”. “L’idea di radunare i giovani attorno alla croce per un’esperienza di fede e far toccare loro la dimensione universale della Chiesa nell’incontro con il Papa, è importante. Ma preoccuparsi di farlo in modo nuovo lo è altrettanto”. La via indicata è quella di “non giocare la partita solo nel viaggio e nei giorni dell’evento. Ma tornando seriamente a far sentire la Gmg come parte di un cammino pastorale che incrocia il cammino di ciascuno e quello della storia degli uomini”.

21 gen 2019 08:18