lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di REDAZIONE 08 mar 2021 16:12

Pellegrinaggio di fede e di penitenza

“Io credo che è stato un messaggio universale, io sentivo il dovere di questo pellegrinaggio di fede e di penitenza, di andare a trovare un grande, un saggio, un uomo di Dio”.

Così il Papa, rispondendo alle domande dei giornalisti sul volo di ritorno da Baghdad a Roma, ha commentato lo storico incontro con il Grande Ayatollah Al-Sistani. “È un messaggio per tutti”, ha proseguito Francesco: “Lui è stato molto rispettoso nell’incontro, io mi sono sentito onorato perché lui anche nel saluto, mai si alza, si è alzato per salutarmi per due volte. È un uomo umile e saggio, a me ha fatto bene all’anima questo incontro. È una luce. Questi saggi sono dappertutto perché la saggezza di Dio è stata sparsa in tutto il mondo”. “Anche succede lo stesso con i santi che non sono solo coloro che sono negli altari, ma santi tutti i giorni, quelli che io chiamo della porta accanto”, ha fatto notare il Papa: “Santi uomini e donne che vivono la loro fede, qualsiasi essa sia, con coerenza, che vivono i valori umani con coerenza, la fratellanza con coerenza. Credo che dovremmo scoprire questa gente, evidenziarla. Perché ci sono tanti esempi e ci sono scandali, anche nella Chiesa, tanti…. questo non aiuta, ma facciamo vedere alla gente che cerca la strada della fratellanza i santi della porta accanto. Troveremo gente della nostra famiglia sicuramente”.

Poi il Papa, parla anche del tema della migrazione e dice: “la migrazione è un diritto doppio, diritto a non migrare, diritto a migrare. Gli iracheni non hanno nessuno dei due”.  E continua spiegando: “Non possono non migrare, perché non sanno come farlo. E non possono migrare perché il mondo ancora non ha preso coscienza che la migrazione è un diritto umano”. “L’altra volta – ha raccontato Francesco – mi diceva un sociologo italiano parlando dell’inverno demografico in Italia: entro quarant’anni dovremo ‘importare’ stranieri perché lavorino e paghino le tasse delle nostre pensioni”.

“Ma la migrazione la si vive come un’invasione”, la denuncia del Papa: “Ieri ho voluto ricevere dopo la messa, perché lui lo ha chiesto, il papà di Alan Kurdi, questo bambino, che è un simbolo: per questo io ho regalato la scultura alla Fao. È un simbolo che va oltre un bambino morto nella migrazione, un simbolo di civiltà che muoiono, che non possono sopravvivere, un simbolo di umanità. Servono urgenti misure perché la gente abbia lavoro nei propri Paesi e non debba migrare. E poi misure per custodire il diritto di migrazione. È vero che ogni Paese deve studiare bene la capacità di ricevere, perché non è soltanto la capacità di ricevere e lasciarli sulla spiaggia. È riceverli, accompagnarli, farli progredire e integrarli. L’integrazione dei migranti è la chiave”.

A questo proposito, Francesco ha ringraziato “i Paesi generosi che ricevono i migranti: il Libano che ha, credo, due milioni di siriani; la Giordania è generosissima: più di un milione e mezzo di migranti. Grazie a questi Paesi generosi! Grazie tante!”.

REDAZIONE 08 mar 2021 16:12