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Juba
di MICHELA NICOLAIS 05 feb 2023 22:15

Tutto il mondo è in guerra, in autodistruzione

La conferenza stampa del Papa di ritorno dal viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan

“Credo che l’India sarà il prossimo anno”. Nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Giuba, il Papa – secondo quanto riferisce Vatican news – ha risposto così ad una domanda sui suoi prossimi viaggi apostolici. “Il 23 settembre vado a Marsiglia, e c’è la possibilità che da Marsiglia voli in Mongolia, ma non è ancora definito, è possibile”, ha aggiunto ricordando poi un’altra méta di quest’anno: Lisbona, per la Giornata mondiale della Gioventù. “Ho scelto di visitare i Paesi più piccoli dell’Europa”, ha precisato a proposito del criterio della scelta dei viaggi: “Diranno: ‘Ma è andato in Francia’, no, sono andato a Strasburgo; andrò a Marsiglia, non in Francia. I più piccoli, per conoscere un po’ l’Europa nascosta, l’Europa che ha tanta cultura ma non è conosciuta. Per accompagnare Paesi, per esempio l’Albania, che è stato il primo, che è il Paese che ha sofferto la dittatura più crudele della storia. Poi la scelta mia è questa: cercare di non cadere io nella globalizzazione dell’indifferenza”. Interpellato, inoltre, sulle sue condizioni di salute, il Papa ha risposto: “Tu sai che cattiva erba muore mai. Non come all’inizio del pontificato, questo ginocchio dà fastidio, ma va avanti lentamente, poi vediamo”.

"Ho potuto parlare di tutto con Papa Benedetto. Lui sempre era al mio fianco, appoggiando e se aveva qualche difficoltà, me la diceva e parlavamo. Non c’erano problemi”. “Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino”, ha affermato Francesco, secondo quanto riferisce Vatican news: “E quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, direi che è gente non etica, è gente di partito non di Chiesa… si vede in ogni parte, la tendenza a fare di posizioni teologiche dei partiti. Queste cose cadranno da sole, o se non cadranno andranno avanti come tante volte è accaduto nella storia della Chiesa. Ho voluto dire chiaramente chi era papa Benedetto, non era un amareggiato”.

"La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema da non lasciar passare”. Lo ha ribadito il Papa, nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Giuba. “Questo non è giusto”, ha detto Francesco – secondo quanto riferisce Vatican news – a proposito dei Paesi che prevedono la pena di morte per quello che classificano come reato: “Le persone di tendenze omosessuali sono figli di Dio, Dio gli vuole bene, Dio li accompagna. È vero che alcuni sono in questo stato per diverse situazioni non volute, ma condannare una persona così è peccato, criminalizzare le persone di tendenza omosessuale è una ingiustizia”. “Non sto parlando dei gruppi, ma delle persone”, ha precisato il Papa: “Alcuni dicono: fanno dei gruppi che fanno chiasso, io parlo delle persone, le lobby sono un’altra cosa, sto parlando delle persone. E credo che il Catechismo della Chiesa cattolica dice: non vanno marginalizzati. Credo che la cosa su questo punto sia chiara”. “Concordo interamente con ogni parola che ha detto e per quanto riguarda la criminalizzazione, la Chiesa d’Inghilterra, la Comunione anglicana ha approvato due risoluzioni contro la criminalizzazione ma ciò non ha davvero cambiato la mentalità di molte persone”, ha aggiunto l’arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglicana, Justin Welby: “Nei prossimi quattro giorni al Sinodo generale sarà il tema principale della discussione e sicuramente citerò quel che ha detto meravigliosamente e accuratamente il Santo Padre”. “Dico solo che nella mia lettura dei quattro Vangeli non trovo altro che Gesù che esprime amore nei confronti di tutti gli esseri umani, e questo è quello che da cristiani possiamo dare a ogni essere umano in ogni circostanza”, ha chiosato Iain Greenshields, moderatore della Chiesa di Scozia.

“Tutto il mondo è in guerra, e in autodistruzione”. A ribadirlo è stato il Papa insieme all’arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa anglicana, Justin Welby, e al moderatore della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields. “Fermiamoci in tempo, perché una bomba ti richiama una più grande e una più grande e nell’escalation tu non sai dove finirai”, l’appello di Francesco, secondo quanto riferisce Vatican news. “Questa guerra è nelle mani del signor Putin, potrebbe fermarla con il ritiro e il cessate-il-fuoco e poi negoziati su accordi di lungo termine”, ha detto Welby a proposito del conflitto in Ucraina: “È una guerra terribile e terrificante, ma voglio dire che sono d’accordo con Papa Francesco, ci sono molte altre guerre. Concordo totalmente con il Santo Padre, la guerra finisce con il coinvolgimento di donne e giovani, per le ragioni che egli ha detto”.

MICHELA NICOLAIS 05 feb 2023 22:15