La Comunità Pinocchio e l'incontro con papa Leone

Con il cuore in ascolto. Nei giorni scorsi un gruppo della Comunità Terapeutica Pinocchio di Rodengo Saiano è stato accolto dal Papa: "Insieme. Bellezza. Letizia. Responsabilità. Pienezza. Intensità. E tante, tante altre emozioni ancora... Sono davvero innumerevoli - sottolineano - le parole, i pensieri, le emozioni e le riflessioni che ci portiamo nel cuore dopo questa giornata speciale vissuta a Roma, insieme a Papa Leone XIV. Un’esperienza così intensa che è impossibile racchiuderla tutta in uno scritto. Il 26 giugno, in occasione della Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe, un gruppo di ospiti e operatori della nostra comunità, insieme al Presidente della cooperativa Nuovo Cortile, Nicola Zeduri, ha partecipato con gioia e gratitudine all’Udienza del Santo Padre. Tra le parole che più ci hanno colpito del suo discorso: 'Cari giovani, voi non siete spettatori del rinnovamento di cui la nostra Terra ha tanto bisogno: siete protagonisti. Dio fa grandi cose con coloro che libera dal male. […] Gesù che è stato rifiutato invita tutti voi e se vi siete sentiti scartati e finiti, ora non lo siete più. Gli errori, le sofferenze, ma soprattutto il desiderio di vita di cui siete portatori, vi rendono testimoni che cambiare è possibile. La Chiesa ha bisogno di voi. L’umanità ha bisogno di voi. L’educazione e la politica hanno bisogno di voi. Insieme, su ogni dipendenza che degrada faremo prevalere la dignità infinita impressa in ciascuno. Tale dignità, purtroppo, a volte brilla solo quando è quasi del tutto smarrita. Allora sopravviene un sussulto e diventa chiaro che rialzarsi è questione di vita o di morte. Ebbene, oggi tutta la società ha bisogno di quel sussulto, ha bisogno della vostra testimonianza e del grande lavoro che state facendo. Tutti abbiamo, infatti, la vocazione ad essere più liberi e ad essere umani, la vocazione alla pace. È questa la vocazione più divina".
E ancora: "Abbiamo portato con noi saluti, testimonianze, doni, affetto e curiosità, ma anche tante domande e un profondo desiderio di significato. 'Ora non è che non faccio fatica, anzi, forse da un certo punto di vista era più facile quando facevo uso di sostanze! Mi sto rendendo conto adesso di cosa sia vivere libero da quelle e fare una vita normale, anche se sono ancora in comunità con tutte le sue regole limitanti e non ho ancora un lavoro. Ma la vita che sto conducendo è una vita che mi dà più soddisfazione!'", racconta Marco – ospite della CTP – nella lettera scritta per il Santo Padre.
"Nel nostro metodo educativo parliamo spesso di un “informale pieno di senso. Ed è proprio quello che abbiamo vissuto in questi giorni: stare insieme in modo autentico e semplice, senza barriere di ruolo o di spazio. Anche l’organizzazione di attività apparentemente ordinarie – come una passeggiata sotto il colonnato di San Pietro o l’ammirare un dipinto del Caravaggio – diventa un’occasione potente se l’educatore la costruisce e la vive per primo con uno sguardo attento e appassionato. E per i ragazzi, questa autenticità ha un impatto profondo, quasi un contraccolpo emotivo: li scuote, li coinvolge, li rende partecipi» racconta Marta Mandelli, educatrice professionale. Di questi semi piantati nel terreno fertile racconta anche Ignazio, educatore professionale: 'Trovarsi di fronte a un avvenimento così grande ci richiama con forza alla nostra responsabilità educativa: ci interroga su ciò che proponiamo ogni giorno ai ragazzi all’interno della comunità. Nei loro occhi ho colto uno sguardo diverso, un’attenzione nuova verso sé stessi, come se quel momento avesse toccato qualcosa di profondo, rendendo più chiaro – anche a loro – ciò che desiderano davvero per la propria vita".
Un viaggio di circa 15 ore, tra andata e ritorno, il loro, e il caldo ha avuto il suo peso: tuttavia, i ragazzi hanno vissuto tutto, anche la fatica: "Ho sempre avuto molti pregiudizi nei confronti della Chiesa. Invece da quando ho conosciuto Ignazio, in comunità, e oggi che sono qui per il Papa, mi accorgo che mi sono sbagliato. Ancora non riesco a credere, purtroppo, non ce la faccio, ma mi sono reso conto di come la Chiesa aiuti realmente tantissime persone", sono le parole di Davide, un altro ospite della CTP Pinocchio.
"La visita alla chiesa di San Luigi dei francesi, lo stupore davanti alla Vocazione di San Matteo del Caravaggio e, infine, alla sera, la cena con i sacerdoti della Fraternità San Carlo Borromeo, che ci hanno testimoniato una grande affezione alla Chiesa e un’attenzione personale verso ciascuno di noi seduti al tavolo con loro. Il giorno dopo, terminata l’Udienza e prima di ripartire, la visita alla Basilica di San Pietro, di nuovo lo stupore – questa volta di fronte alla Pietà di Michelangelo –, poi la tomba di Papa Giovanni Paolo II, una figura importante per tanti di noi. Siamo tornati arricchiti, commossi e uniti da un filo di speranza che ci ricorda quanto sia preziosa la condivisione e quanto sia forte il cammino che stiamo percorrendo insieme. Con il cuore lieto, mentre tornavamo a Brescia, ci siamo detti: 'Altro che autogrill!'. Così, siamo usciti dall’autostrada vicino a Modena e siamo andati a cercare una trattoria per mangiare delle ottime tagliatelle al ragù. 'Stanchi, sì, eravamo molto stanchi, ma quando il cuore è lieto desideri proprio vivere tutto con più gusto! Anche la sosta per il pranzo sul tragitto del ritorno!" conclude la direttrice della CTP, Simona Carobene.
