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Roma
di REDAZIONE 02 nov 2020 07:51

In attesa di un nuovo Dpcm

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Il governo dovrebbe varare domani nuove misure per cercare di frenare la curva dei contagi. Ancora da sciogliere il dubbio le limitazioni debbano interessare indistintamente l'intero Paese o se debbano essere differenziate. Oggi il premier Conte in parlamento per annunciare i contenuti del decreto che dovrebbe restare in vigore sino a fine novembre

Con i numeri dei contagi in vertiginosa crescita e lo stato di evidente sofferenza in cui sta versando un numero sempre più elevato di strutture ospedaliere, il governo, in un’azione di constante confronto con le autorità scientifiche e i presidenti delle Regioni, sta mettendo a punto un nuovo decreto che dovrebbe imprimere un nuovo giro di vite al Paese nel tentativo di rallentare la curva epidemica. Il nuovo Dpcm, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe essere pronto per domani non essendo ancora stato superato quello che sembra l’ostacolo più grande all’adozione: misure che abbiamo validità sull’intero territorio nazionale o in relazione alla situazione in essere nei diversi territori?

Quello che è certo è che l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte sta lavorando alla ricerca di giusti compromessi, a partire da quello dell’orario del “coprifuoco”. Alcune regioni premono perché venga fissato alle 18, altre, invece, chiedono di spostarlo un po’ più avanti.

Quello che alcune fonti lasciano trapelare, con il rischio di essere smentite nel breve volgere di alcuni minuti, è che il nuovo Dpcm prevederebbe anche la chiusura, dopo quella di cinema e teatri,  dei musei e, nelle aree a maggior contagio, si pensa a bar e ristoranti chiusi anche a pranzo; tra le misure che potrebbero essere adottate anche il divieto di spostamento tra le regioni e la didattica a distanza estesa anche alle seconde e alle terze medie.

A rendere ancor più complicata la situazione anche la spaccatura nel fronte dei governatori. Se da un a parte Attilio Fontana da Milano chiede con forza un lockdown generalizzato, “unica misura che si è dimostrata efficace: e che deve essere presa a livello nazionale, visto che oggi, a differenza di marzo il virus oggi è diffuso in tutto il Paese”, dall’altra Zaia e Toti, governatori di Veneto e Liguria sono contrari a restrizioni indifferenziate per tutto il Paese. “Il lockdown generalizzato non è sostenibile e non serve – è la posizione di Zaia -, in Veneto la maggior parte sono asintomatici e la sanità è assolutamente sotto controllo”.

I sindaci, rappresentati nel dibattito in corso dall’Anci, chiedono chiusure pianificate in maniera chiara sulla base del rischio, così come era previsto nel documento del Comitato tecnico scientifico condiviso da Governo e Regioni.

Oggi il premier Conte sarà in parlamento per illustrare e condividere i contenuti del Dpcm che dovrebbe restare in vigore sino a fine novembre. 

REDAZIONE 02 nov 2020 07:51