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di LUCA POLI 10 set 2019 14:27

Difendiamo la vita

Ci può interessare, in quanto cristiani? Ciò che maggiormente dovrebbe stupire riguardo alla prossima scadenza del 24 settembre - data entro la quale la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi circa la depenalizzazione del suicidio assistito

Ci può interessare, in quanto cristiani? Ciò che maggiormente dovrebbe stupire riguardo alla prossima scadenza del 24 settembre - data entro la quale la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi circa la depenalizzazione del suicidio assistito - è che, nonostante la notevolissima rilevanza e futura ricaduta etica, sociale, economica e culturale che questa comporta, proprio non se ne sia abbastanza parlato e che ancora oggi (è già il 9 di settembre) non se ne parli abbastanza. Ma ciò che forse ancor più stupisce è che nemmeno buona parte della base popolare cattolica e dei suoi presunti o reali referenti politici, chi schierato da una parte, chi dall’altra, nulla abbiano concretamente ottenuto o semplicemente operato perché non si arrivasse a tale situazione; sempre che - e questo vale per i suddetti referenti - non abbiano addirittura collaborato a che la stessa si creasse.E dire che pure il Papa, anche recentemente, si è chiaramente pronunciato sull’indisponibilità della vita umana dicendo espressamente che “L’eutanasia e il suicidio assistito (il nostro caso, n.d.a.) sono una sconfitta per tutti. La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza” ma, si sa, circa i suoi pronunciamenti i media sanno bene cosa rilanciare e cosa nascondere, come interpretare e come fantasticare (Scalfari docet).Tutto inizia quando l’On. Marco Cappato, utilizzando la strategia già da tempo efficacemente collaudata dai suoi compagni di partito, commette scientemente il reato di cui all’art. 580 del codice penale italiano - reato di cui arriverà poi ad autodenunciarsi - accompagnando Dj Fabo in una “clinica” svizzera che, dietro pagamento di quindicimila euro, assicurerà a quest’ultimo la possibilità di porre fine alla propria esistenza terrena mediante suicidio assistito.Forte del sostegno pressoché unanime dei salotti televisivi e dei maggiori media, che attorno al caso costruiscono abilmente una narrazione che ne fa un eroe popolare, Cappato, dopo diversi passaggi giudiziari, otterrà infine che la Corte Costituzionale scarichi pilatescamente sul Parlamento la patata bollente di una sua impopolare condanna, dandogli tempo perché quest’ultimo intervenga sul suicidio entro il termine del 24 settembre, scaduto il quale sarà la stessa Corte Costituzionale a decidere, ovviamente a favore del suicidio assistito.La posta in gioco è nientedimeno che il principio giuridico dell’indisponibilità della vita umana, principio fino ad ora solo lievemente scalfito dalla normativa del 2017 sul biotestamento, di fatto inapplicata.Ci può interessare, in quanto cristiani, che possa crollare questo vero e proprio pilastro del nostro ordinamento giuridico?Come dicevamo, chi poteva fare qualcosa per scongiurare tale sempre più probabile crollo, fino ad ora o non lo ha fatto o non ci è riuscito: anche se è vero che è ancora tecnicamente possibile che il Parlamento intervenga in “zona Cesarini”, possiamo fare noi, qualcosa, pur nel nostro piccolo, affinché su questo prossimo e macabro esito di partita non si metta la parola fine?Possiamo pregare, innanzitutto, perché sappiamo che la preghiera può fare miracoli, ma dal racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci abbiamo anche imparato che Gesù, per operare, vuole che mettiamo a disposizione i nostri cinque pani e cinque pesci.Vuole insomma che, sporcandoci un pochino le mani, ci mettiamo del nostro (spero che “se sbaglio mi coriggerete”…).E come, nello specifico della nostra condizione? Mi permetto di suggerire alcuni spunti operativi al limite del banale ma di sicuro molto concreti.Cercando innanzitutto informazioni al riguardo - ed in particolare sul connesso tema del dolore e della sua eliminazione - su quei siti o giornali cattolici che ormai da tempo si occupano con sincera passione della cosa; non certo sui principali media che, sull’argomento specifico e più in generale sui temi eticamente sensibili, si muovono praticamente a reti unificate.Rispondendo poi ai vari paladini del “ma a voi cosa cambia?” che, come ad es. dimostrato nel caso della legalizzazione dell’aborto e del divorzio, invocati entrambi inizialmente come soluzione a drammatici casi estremi ed oggi derubricati a pratica ordinaria, la norma creerebbe un nuovo costume e, una volta rotta la diga, nuove leggi a cascata. Sempre più permissive e falsamente libertarie, sempre più funzionali al tornaconto economico di qualche potente o potentato che, con successo di pubblico e di critica, spaccerà il proprio lurido operato come estremo atto di carità. Dinamiche di cui, come cattolici, non possiamo in alcun modo renderci corresponsabili.Studiando quindi e valutando cosa sia già successo nei paesi nordeuropei ed in Svizzera, dove norme liberalizzanti pratiche di carattere eutanasico (eutanasia passiva, attiva ed omissiva, suicidio assistito e via inginocchiandosi al bue d’oro dell’autodeterminazione dell’individuo e dei cosiddetti nuovi diritti) sono già da tempo in vigore: un trend di impressionante crescita degli accessi alle suddette pratiche, questi ultimi sempre più debolmente “giustificati” e maggiormente interessanti strati di popolazione via via più giovani.Ricordando infine, a chi ci accusa di non saper ragionare perché troppo cattolici, il concetto molto laico e di buon senso che senza una difesa vera e coraggiosa della vita nei suoi momenti decisivi, tra cui la morte, non potrà umanamente esserci alcun rispetto per la vita nel suo scorrere. Testimoniare poi che questa “difesa vera e coraggiosa della vita” la si può esercitare pienamente e compiutamente solo nella dimensione dell’adesione a Cristo, che ci salva dall’immancabile delirio di onnipotenza dell’uomo che si sostituisce a Lui, sarà il passo successivo che ciascuno di noi cercherà di fare: personalmente e con la comunità dei fratelli.

LUCA POLI 10 set 2019 14:27