Riaprono (con limiti) le Rsa
Una delibera della Regione da il via libera per un progressivo ritorno alla normalità nelle residenze sanitarie assistenziali, pesantemente colpite nelle scorse settimane dal coronavirus. Le visite dei parenti per ora sono limitate e vanno concordate con la direzione delle diverse strutture. Le critiche del sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil
Le strutture residenziali e semiresidenziali possono riaprire: previsti test sierologici e tamponi per i nuovi accessi, la presa in carico in appositi centri Covid dei positivi, percorsi di screening e di formazione continua per gli operatori. La giunta regionale lombarda ha approvato nei giorni scorsi una delibera che, a quasi quattro mei dal blocco, riapre i portoni delle Rsa. La delibera mantiene alcune limitazioni a tutela della salute di pazienti e personale delle strutture, dopo il pesante tributo pagato all’epidemia di coronavirus
“Abbiamo agito nella consapevolezza di dover trovare un equilibrio molto delicato – ha spiegato l’assessore regionale al welfare Gallera – fra le esigenze delle famiglie di garantire ai propri cari una adeguata presa in carico con le formule di assistenza necessarie e la necessità di mettere in sicurezza le strutture residenziali, semi residenziali e ambulatoriali con un’attenzione particolare alle situazioni di particolare fragilità degli ospiti”.Le visite sono consentite solo in situazioni di particolare necessità e devono essere concordate e autorizzate dalla direzione della struttura.
Le nuove procedure inserite nella delibera prevedono poi un’accurata verifica preliminare volta ad escludere la presenza di sintomi sospetti per COVID-19 e/o l’esposizione a casi COVID-19 nei precedenti 14 giorni e la valutazione della possibilità di effettuare un efficace isolamento domiciliare.
La delibera regionale prevede screening sierologici e tamponi per gli ospiti delle strutture residenziali che si avvalgono periodicamente di prestazioni ambulatoriali all’esterno dell’unità d’offerta di provenienza. Il provvedimento disciplina anche percorsi di formazione specifica per gli operatori, screening e controlli accurati delle loro condizioni di salute con il divieto di accesso alla struttura in caso di sintomatologia riferibile al Covid. Lo stesso vale per i fornitori di servizi o di prestazioni.
La delibera disciplina anche percorsi di formazione specifica per gli operatori, screening e controlli accurati delle loro condizioni di salute con il divieto di accesso alla struttura in caso di sintomatologia riferibile al Covid. Lo stesso vale per i fornitori di servizi o di prestazioni.
Quella che si è avviata con la delibera dei giorni scorsi è una sorta di fase 2 per le Rsa, pensata con l’obiettivo d di rimodulare l’attività ordinaria dell’offerta sulla base di quattro presupposti fondamentali: sicurezza, ovvero l’adozione di tutte le misure necessarie per ridurre le possibilità di contagio degli utenti, dei familiari e degli operatori; appropriatezza, ovvero l’esecuzione di trattamenti completi e appropriati, in relazione alla diagnosi ed alla situazione dei pazienti, nel rispetto di quanto previsto nel punto precedente, ma costruendo l’organizzazione necessaria per intervenire ordinariamente (non, solo o principalmente, in casi particolarmente gravi o in situazioni di urgenza); innovazione, ovvero la capacità di riformulare parte dell’organizzazione del lavoro e delle modalità di offerta dei Servizi, sperimentando e verificando nuove possibilità di interfaccia e di approccio con l’utenza che potranno essere, in base ai risultati, portate a regime; flessibilità, ovvero la capacità di modulare, nel tempo ed in relazione all’evolversi della situazione e della domanda, l’organizzazione del lavoro, l’utilizzo degli spazi disponibili, gli orari di apertura delle sedi o di esercizio di particolari attività, nonché la capacità di configurare dinamicamente la modalità di accesso ai percorsi di cura ed alla loro esecuzione.
I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uildi Lombardia contestano, però, questa ripaertura “parziale” delle Rsa, una delibera che “non interviene - si legge in una nota diffusa - sulle attuali regole che da più di tre mesi impediscono il contatto personale tra gli ospiti e i parenti se non attraverso un vetro, cellulare, smart phone, ipad. Le visite dei parenti sono concesse solamente in situazioni di particolare necessità e dietro specifica autorizzazione. Ora occorre accelerare anche l’accesso e le visite dei parenti in sicurezza. È importante rispettare il desiderio di avere accanto i propri cari in questa ultima fase di accompagnamento della vita”.
Le tre sigle sindacali, continua la nota, chiedono poi alla Regione di garantire anche gli ospiti delle Rsa, così come a tutti i cittadini ammalati di Covid, i massimi livelli di cura possibili. “Quindi, in caso di necessità anche l’accesso alla terapia intensiva e sub intensiva, cure che solo la rete ospedaliera è in grado di garantire dal punto di vista strutturale e di personale sanitario”..