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Brescia
di REDAZIONE 23 dic 2019 12:12

Buon Natale dalla Tanzania

Gli auguri di Natale di Don Tarcisio Moreschi, missionario in Tanzania

Carissimi, il santo natale si avvicina e, come d’abitudine, invio un mio pensiero di saluto. Innanzitutto ringrazio chi mi ha fatto gli auguri per il compleanno: ormai sono 72.

Il vangelo di domenica scorsa diceva di stare preparati: adesso sento che questa parola mi riguarda molto da vicino. La chiamata definitiva non è più lontana. Dice Arturo Paoli, morire è come partire per un viaggio con un amico. Non c’è nulla da temere. Nei tempi scorsi i predicatori insistevano molto sulla paura della morte. Oggi fortunatamente la musica è cambiata. Del resto a Natale festeggiamo una nascita. Gesù viene per portarci la vita, non la morte: accogliamola. Cerchiamo di avere uno stile di vita positivo, ben disposto verso gli altri come lo è Gesù. Egli è venuto a portare la vita proprio a tutti. Non è facile guardare ogni persona con occhi di simpatia o senza prevenzione. Ognuno di noi vorrebbe essere accolto senza prevenzioni. Facciamolo a nostro turno verso gli altri.

Qui a Ilembula andiamo bene. Anche la parrocchia procede bene. Qualche intoppo c’è, però in totale c’è una buona intesa tra noi tutti. Ora siamo tutti occupati ad arare, seminare e pensare ai campi. Molti ormai usano il letame nei loro campi: hanno già visto che il concime chimico ha i suoi risvolti negativi. È senz'altro un passo in avanti. Quest’anno dovremmo piantare anche molti alberi. Comunque, da quando si è sviluppato il mercato delle assi, la gente ha iniziato a piantare alberi. Se c’è un profitto economico la gente lavora di più e si ingegna. Insomma il motore dello sviluppo economico viene dal dio mammona. Credo che sia stato così ovunque. Noi missionari abbiamo usato molti argomenti per spingere la gente a migliorare lo stile di vita; i risultati furono piuttosto scarsi. Da quando l’economia del paese ha iniziato a muoversi (dal 2000 circa), lo sviluppo viene da solo. Spero solo che non entrino nell'ingranaggio nel quale siamo caduti noi: abbiamo troppi effetti secondari brutti specie sui figli e le persone più deboli e escluse. Spero proprio che mantengano quella riserva di umanità che è ancora molto presente. Anche noi avevamo una grande ricchezza di umanità: ne è rimasta molto poca e bisogna impegnarsi seriamente per non perdere anche quella poca rimasta. La fede ci aiuta molto: ecco perché insisto affinché continuiamo a pregare e a leggere la Parola di Dio. Natale è vicino: riprendiamo l’abitudine di pregare in famiglia la sera. Non solo pregare, ma leggere anche un pezzo di Vangelo. Dobbiamo tornare a Dio se vogliamo salvare i nostri figli.

Da una settimana il Vescovo di Njombe (la diocesi dove opero) mi ha mandato un sacerdote ad aiutarmi. Si chiama Melodius Mlowe e ha 51 anni. Spero che abbia un vero spirito sacerdotale e pastorale. Vedrò col tempo come si pone. É importante avere dei sacerdoti santi e impegnati nel lavoro pastorale. Questo vale ovunque nel mondo. Tutti ne siamo convinti, ma poi la tiepidezza entra in noi e ci rende poco consci del grande tesoro che abbiamo. A quelli di Malonno che stanno ricevendo il nuovo parroco auguro un’intesa cristiana con il loro pastore.

Ricordo che Natale è Gesù che nasce: non è la festa degli alberi, delle renne, dei babbo natale del colore rosso, della mostarda e di altre invenzioni create dall'uomo per distrarci dalla realtà fondamentale che è quella di un Dio che era lontano e che si è fatto prossimo per amore verso di noi. È la festa che vorrebbe dirci di prestare più attenzione ai piccoli, ai deboli, agli ultimi: queste persone ci sono ovunque. Non è necessario venire in Africa per trovare tali persone: le abbiamo in casa. Buon Natale quindi. Che Gesù ci aiuti a comprendere e vivere questo periodo.

REDAZIONE 23 dic 2019 12:12