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Livorno
di REDAZIONE ONLINE 27 lug 2015 00:00

Cassazione: le scuole paritarie paghino l'Ici!

Una sentenza, quella pronunciata nei giorni scorsi su istanza presentata dal Comune di Livorno, che rischia di mettere in ginocchio l'intero sistema educativo

La Corte di Cassazione ha riconosciuto nei giorni scorsi la legittimità della richiesta del pagamento dell'Ici, avanzata dal Comune di Livorno nel 2010, agli istituti scolastici del territorio gestiti da enti religiosi, in riferimento agli anni dal 2004 al 2009.
La sentenza ribalta di fatto quanto stabilito nei primi due gradi di giudizio, equiparando l’attività scolastica a quelle a carattere commerciale. Secondo il giudice è inoltre “giuridicamente irrilevante lo scopo di lucro, essendo di per sé il conseguimento di ricavi indice sufficiente a stabilire il tipo di servizio svolto.

A seguito della sentenza, in una nota il Comune fa sapere che provvederà a notificare agli istituti in questione anche gli importi dovuti per le annualità 2010 e 2011 e assume “rilievo ai fini dell'interpretazione delle disposizioni in materia di Imu, relativamente all'imposizione fiscale dall'anno 2012.

“Una "sentenza pericolosa", "ideologica". Così mons. Galantino, segretario generale della Cei, ha giudicato il pronunciamento della Corte di Cassazione che impone il pagamento dell’Ici per le scuole paritarie. Una decisone che, ha proseguito intacca "la garanzia di libertà di educazione richiesta anche dall'Europa". Ma non solo, viene messa fortemente a rischio la sopravvivenza" degli istituti paritari.

Il segretario generale della Cei ha invitato chi è chiamato ad adottare decisioni a "essere meno ideologico" e ha avvertito: "non ci si rende conto del servizio che svolgono gli istituti pubblici paritari". Il segretario dei vescovi italiani poi punta il dito contro "l'ideologizzazione" della questione, che viene posta sul piano di "un fatto tutto cattolico", mentre "qui bisogna parlare di "scuole pubbliche paritarie".

In questi istituti, vanno circa un milione e 300 mila ragazzi. In contributi, lo Stato spende circa 500 milioni di euro, ma nei fatti risparmia sei miliardi. Per il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini c’è sicuramente “una riflessione da fare", perché in alcune regioni, dove le paritarie offrono un servizio che colma le lacune dello Stato, ci potrebbero essere enormi difficoltà economiche e strutturali
REDAZIONE ONLINE 27 lug 2015 00:00