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Roma
di ALBERTO BAVIERA 12 mar 2025 15:51

Cei: dolore per le violenze, appello alla pace

I vescovi del Consiglio episcopale permanente della Cei hanno espresso dolore per le violenze che insanguinano il mondo, mettendo a rischio il futuro di tutti. È quanto emerge dal comunicato finale della sessione svoltasi a Roma dal 10 al 12 marzo. Richiamando la Bolla di indizione del Giubileo 2025, i presuli hanno auspicato che "il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, immerso nella tragedia della guerra" (Spes non confundit, 8). Nel corso dei lavori, sono risuonate le parole di Papa Francesco a Bari, nel 2020: "La guerra [...] è una follia" (Discorso, 23 febbraio 2020). Preoccupati per le tensioni crescenti e per il linguaggio aggressivo della politica internazionale, i vescovi hanno sottolineato l'urgenza di una maggiore cura nel dialogo, evitando retoriche bellicistiche e riscoprendo il valore della diplomazia e delle iniziative multilaterali. In tale direzione si colloca anche l'appello di Papa Francesco a ridurre le spese militari, destinando parte dei fondi degli armamenti alla lotta alla fame e alla promozione dell'istruzione e dello sviluppo sostenibile nei Paesi più poveri (Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2025).

Secondo i vescovi, è necessario favorire il dialogo e diffondere una cultura di pace ispirata al Vangelo. La guerra, spesso alimentata da nazionalismi antiumani, che ha nuovamente colpito l'Europa, impone decise iniziative politiche e diplomatiche. La Chiesa italiana continuerà a sostenere le vittime dei conflitti, riaffermando il ruolo cruciale dell'Europa nella costruzione della pace. "Un'Europa che deve recuperare i suoi valori fondativi - pace, libertà, democrazia, diritti, giustizia sociale - e far risuonare la propria voce di pace. In un momento in cui la sicurezza e la difesa dominano il dibattito, è fondamentale che tali preoccupazioni non diventino tamburi di guerra". In linea con l'espressione del cardinale presidente, "se vuoi la pace, prepara la pace", i vescovi ribadiscono la necessità di investire prioritariamente in sostegno alle fasce più deboli, nei servizi educativi e sanitari e nella lotta al cambiamento climatico. Lo sviluppo sostenibile dovrebbe tornare al centro delle scelte politiche, sia degli Stati che delle organizzazioni internazionali, inclusa l'Unione europea.

In tal senso, la proposta del cardinale Zuppi di una "Camaldoli europea" rilancia l'impegno personale e comunitario per democrazia, pace e solidarietà, sulla scia di quanto emerso alla Settimana sociale di Trieste. Durante il Consiglio episcopale permanente, i vescovi hanno anche riflettuto sulla vocazione della politica e sull'importanza di spazi di confronto in cui i cattolici possano riconoscersi e formare personalità capaci di agire con dignità e coerenza. Il coinvolgimento registrato alla Settimana sociale e le iniziative nate da quell'esperienza dimostrano l'interesse di esponenti delle istituzioni e delle amministrazioni locali verso un'azione politica ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa. Per i presuli, questo rappresenta un segnale positivo, specie in un contesto segnato dalla crescente disaffezione verso la politica e dall'astensionismo.

ALBERTO BAVIERA 12 mar 2025 15:51