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Roma
di REDAZIONE ONLINE 24 feb 2016 00:00

Ddl Cirinnà: verso un sì senza stepchild adoption

Alla fine della direzione nazionale del Pd dei giorni scorsi il premier Renzi ha proposto di stralciare dal Ddl l'art.5 sulle adozioni del figlio naturale del partner

Sembra ormai decisa la strada dell'accordo di governo per approvare le unioni civili. Il premier segretario del Pd Renzi ha confermato l'orientamento a porre la fiducia sul maxiemendamento che non dovrebbe contenere la stepchild adoption. Secondo il ministro dell’Interno Alfano, da sempre contrario a questa parte del ddl Cirinnà, l'eliminazione delle adozioni e dell'equiparazione al matrimonio otterrebbe il consenso di ampi settori del parlamento.

Su una questione che avrebbe potuto mettere a rischio la sopravvivenza dello stesso esecutivo, sembra avere trovato nuova forza l'intesa tra Pd e gli alleati del Nuovo Centrodestra. Una via in qualche modo obbligata, dal momento che, come ricordato dallo stesso Renzi, al Senato il Partito democratico non ha la maggioranza e men che meno, sempre secondo il premier, può aspettarsi una collaborazione dal M5S.

Dopo il discorso pronunciato all'assemblea nazionale del suo partito, Renzi va avanti sulla strada del maxiemendamento al ddl Cirinnà, con il consenso della stessa prima firmataria del provvedimento. Nella bozza messa a punto previste modifiche che chiariscono i diritti del codice civile estesi anche alle coppie gay.

Vengono così cancellati l’ultima parte dell’articolo 3 e l’intero articolo 5, che facevano riferimento alla stepchild adoption, l'adozione del figlio naturale del partner da parte dell'altro membro di una coppia omosessuale. La decisione finale verrà presa ufficialmente dall’assemblea dei senatori del Pd oggi alle 13. Resta al momento il no della sinistra dem.

Da parte sua il leader del Nuovo centrodestra, il ministro dell'Interno Alfano, ha ipotizzato su questo nuovo testo il via libera alla legge anche da parte di Forza Italia. Mercoledì il provvedimento tornerà in aula a Palazzo Madama, preceduto oggi, sempre al Senato, da una conferenza stampa di Massimo Gandolfini, promotore del recente Family Day.
REDAZIONE ONLINE 24 feb 2016 00:00