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di REDAZIONE 15 lug 2025 15:58

Gaza. Vite appese a un filo

Gli operatori di Caritas Gerusalemme operano in mezzo a una situazione tragica e complessa rispetto alla quale la comunità internazionale dimostra la propria impotenza e, al tempo stesso, la mancata volontà di individuare vie realistiche di soluzione, al di là dei ricorrenti proclami. Riportiamo qui integralmente la comunicazione di Caritas Gerusalemme.

“Difendete il debole e l’orfano; sostenete la causa del povero e dell’oppresso” — Salmo 82 Gaza, 14 luglio 2025 —. La crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto un livello di devastazione senza precedenti. Con l’intensificarsi delle ostilità e il blocco dei rifornimenti essenziali, ogni settore della vita civile è al collasso. Caritas Gerusalemme lancia un appello urgente per un intervento internazionale per prevenire ulteriori perdite di vite umane e di dignità umana. Un sistema umanitario in caduta libera Sicurezza alimentare: la fame acuta ha colpito l’intera popolazione. I panifici supportati dalle Nazioni Unite sono chiusi. I crescenti attacchi contro i richiedenti aiuti – 758 morti e oltre 5.000 feriti dal 27 maggio – hanno bloccato le consegne di cibo. Acqua, servizi igienico-sanitari e igiene (WASH): oltre l’80% delle infrastrutture WASH si trova in zone di conflitto attivo. La carenza di carburante ha paralizzato la produzione idrica, il trattamento delle acque reflue e lo smaltimento dei rifiuti. Quasi il 40% di tutte le malattie segnalate è ora diarrea acquosa acuta. Salute: gli ospedali sono sovraffollati e con risorse insufficienti. Forniture mediche, carburante e posti letto sono in grave carenza. Solo a giugno sono stati segnalati 484 casi sospetti di meningite. Le malattie trasmesse dall’acqua e la malnutrizione sono in rapido aumento. Protezione: le famiglie sono sempre più esposte a violenza di genere, sfruttamento minorile e traumi psicologici estremi. Molti servizi in prima linea hanno cessato le operazioni a causa dell’insicurezza e della distruzione. Istruzione: oltre 15.800 studenti e 700 membri del personale scolastico hanno perso la vita. 85 spazi di apprendimento temporanei hanno interrotto le attività, con conseguenze per oltre 33.000 bambini. L’istruzione è praticamente bloccata. Rifugi: si stima che 1,3 milioni di persone abbiano urgente bisogno di rifugi di emergenza e di articoli per la casa. Da marzo non è entrato a Gaza alcun materiale per la costruzione di rifugi, mentre il sovraffollamento e i ripetuti sfollamenti aggravano l’emergenza umanitaria. Logistica e telecomunicazioni: l’accesso umanitario è stato gravemente ostacolato. Oltre 680 camion rimangono bloccati al confine. La carenza di carburante minaccia di far precipitare Gaza in un blackout totale delle comunicazioni".

"Nonostante gli immensi rischi, Caritas Gerusalemme è presente sul campo, offrendo supporto essenziale attraverso: 10 punti medici e una clinica centrale a Gaza City; assistenza psicosociale per bambini e donne traumatizzati; assistenza in denaro per aiutare i più vulnerabili a soddisfare i bisogni primari; continua advocacy per un cessate il fuoco immediato e una pace duratura. Un punto medico è stato sospeso nell’area di Al Zaitoun a causa del deterioramento della situazione, in particolare intorno alle due chiese. Ciò ha colpito anche il nostro personale, che ora non è in grado di spostarsi da Al Zaitoun al nostro centro medico a Beach Camp. Al-Zaitoun ospita la Chiesa della Sacra Famiglia e la Parrocchia Latina. 'Non passa giorno senza che pensiamo al nostro personale, che rischia tutto per servire gli altri. Quando finirà questa follia? Quando il mondo riconoscerà la sacralità della vita? Quando la popolazione di Gaza vivrà una vita normale? Basta'. Un appello per un’azione urgente Caritas Gerusalemme invita governi, organizzazioni umanitarie, istituzioni religiose e persone di coscienza in tutto il mondo a: Richiedere un cessate il fuoco immediato; Garantire un accesso umanitario senza ostacoli; Garantire la protezione dei civili, in particolare dei bambini e delle famiglie sfollate; Le vite sono appese a un filo. Il mondo non deve distogliere lo sguardo".

La mattina del 14 luglio i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme hanno compiuto una visita di solidarietà al villaggio cristiano di Taybeh, in seguito ai recenti attacchi da parte di coloni israeliani. Negli ultimi tempi, infatti, si sono moltiplicati gli episodi di incendi dolosi contro proprietà palestinesi e l’invasione di terreni agricoli locali con animali al pascolo. I leader cristiani hanno espresso una ferma condanna per questi atti, chiedendo alle autorità israeliane di avviare indagini approfondite e di perseguire i responsabili secondo giustizia. La presa di posizione dei Capi religiosi.

REDAZIONE 15 lug 2025 15:58

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