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Marsiglia
di MASSIMO VENTURELLI 05 ago 2016 11:28

Dialogo e "mixité" antidoti al radicalismo

Intervista a padre Renato Zilio, sacerdote scalabriano che vive e opera a Marsiglia, in una parrocchia all'interno della più grande comunità islamica d'Europa

Nei giorni dell’attentato di Nizza più volte i media hanno parlato della città della Costa Azzurra e di Marsiglia come realtà in cui, grazie alla presenza di numerose comunità islamiche, era probabile l’annidarsi di cellule di radicalismo in cui sarebbe stato facile per l’Isis fare proseliti. Un’analisi che non sta bene a padre Renato Zilio, sacerdote scalabriano, che da due anni presta la sua missione in una parrocchia proprio nella parte araba di Marsiglia.

 

“Nella sua lunga storia (è stata fondata più di 2600 anni fa, ndr) Marsiglia ha sempre conosciuto vere e proprie ondate migratorie – afferma il sacerdote – . Nei secoli sono arrivati greci, armeni, senegalesi, algerini, marocchini, italiani, spagnoli, comoriani, oggi tutti ormai marsigliesi”. Marsiglia, continua padre Zilio citando Colette Hamza dell’Icm (Institut catholique Méditerrané, ha una forte tradizione del vivere insieme di una popolazione mista dal punto di vista culturale e religioso. La conferma arriva anche dall’attività che gli scalabriniani svolgono nel contesto urbano e pastorale in cui sono inseriti, in un clima di dialogo e confronto costante con la comunità musulmana. “Con l’associazione Enfants d’aujourd’hui, monde de demain – racconta il sacerdote scalabriniano – lavoriamo con l’obiettivo di sostenere le famiglie e in particolare le donne del quartiere. L’associazione è frequentata da un centinaio di donne e da circa 150 ragazzi insieme a due importanti gruppi di uomini che frequentano i corsi per adulti, l’aiuto scolastico ai ragazzi, l’atelier di lettura, il banco alimentare, il mercatino e i corsi di francese”. Una presenza importante anche per la stessa comunità islamica. “Spesso riceviamo la testimonianza di uomini e donne che ringraziano ogni giorno Allah, per la nostra presenza, perché contribuiamo a garantire un futuro ai loro figli”. A Marsiglìa sono circa 240mila i musulmani, un quarto della popolazione. Una popolazione uscita dall’emigrazione magrebina, prevalentemente algerina, ma anche subsahariana e infine comoriana”, racconta lo scalabriniano.

 

Nelle moschee si riscontrano tutte le tendenze presenti nell’Islam della Francia, ma, come conferma padre Renato Zilio, si costata in particolare nei quartieri popolari un aumento delle moschee salafite. Dopo gli ultimi attentati cresce anche tra i musulmani di Marsiglia la preoccupazione e l’insofferenza nei confronti di chi usa la religione per giustificare l’uso della violenza. Sono in molti a Marsiglia ad interrogarsi su questa situazione. “Vincent Geisser, sociologo all’università di Aix-Marsiglia – afferma il sacerdote scalabriniano – afferma che il vero problema che assilla quei giovani che si rendono protagonisti (come è avvenuto a Nizza) di episodi gravissimi non è l’Islam, ma la violenza, capace di disumanizzare per andare ad assassinare delle persone che potrebbero essere dei fratelli”.

 

Ma questo non è per padre Zilio un fenomeno nuovo, se è vero che più di 20 anni fa, su iniziativa del sindaco di Marsiglia nacque “Marseille esperance” che riunisce tutti i leader delle diverse religioni presenti in città chiamati a discutere non tanto di questioni religiose, ma di ogni problema relativo alla vita delle comunità, compreso quello della radicalizzazione, frutto distorto, secondo molti osservatori, di scelte politiche che hanno finito, in anni recenti, col favorire, anche dal punto di vista urbanistico, la creazione di ghetti che stanno mettendo a rischio la “mixité sociale” e l’incontro con l’alterità. Ciononostante, continua padre Renato Zilio, il dialogo esiste a differenti livelli. C’è quello della vita, ci sono gli incontri quotidiani, c’è il dialogo tra un gruppo di imam e di sacerdoti che si incontrano ogni due mesi, affrontando temi diversi in un clima di grande fiducia e di una parola vera”. Un grande lavoro è anche quello delle strutture educative cattoliche, che accolgono anche tanti musulmani e il richiamo incessante mons. Pontier, arcivescovo di Marsiglia, alla fratellanza, unica la via per contrastare l’insorgere di radicalismi.

MASSIMO VENTURELLI 05 ago 2016 11:28