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Brescia
di ELISA GARATTI 22 mag 2025 13:54

Carcere: la speranza in musica con Matteo Faustini

Dal carcere si sentono fuoriuscire alcune note di speranza. Sono le canzoni, scritte e intonate dai detenuti, che oggi trovano “casa” in un libretto, curato dai cappellani della Casa Circondariale “Nerio Fischione” e della Casa di Reclusione “Verziano” di Brescia, insieme alla Caritas e al Vol.Ca (Associazione Volontariato Carcere), risultato evidente e realizzazione concreta della scelta della Diocesi di Brescia di dedicare un’opera-segno giubilare al carcere, con il progetto “Via dei Bucaneve, 25”.

“Alcune persone detenute hanno iniziato a scrivere e cantare brani dopo aver meditato la Bibbia. Hanno chiesto di poterli suonare per animare la Messa domenicale – scrive il cappellano del “Nerio Fischione”, don Stefano Fontana, nelle prime pagine –. Nel triste e pensoso inverno di un carcere è spuntato un bucaneve. Vorremmo solo che si sentisse il suono della Speranza che arriva fin fuori le mura”. Quella speranza che è proprio il cuore pulsante del Giubileo 2025 e che, in queste canzoni prodotte dalla “Kyrie Eleison Band”, emerge con forza. “Kyrie Eleison è una formula che viene dal greco e può essere tradotta come ‘Signore, abbi pietà!’ – è il commento del vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada –. A sua volta, questo significa: Signore, guardaci con bontà, rivolgi a noi il tuo sguardo misericordioso, facci sentire l’affetto che nutri per noi. È bello pensare che, attraverso dei canti, si possa annunciare questa verità e far sentire la bontà di Dio che dà luce a ogni vita”.

Mettere in musica la speranza è stato anche l’obiettivo del cantautore bresciano, Matteo Faustini (che ha nel suo curriculum anche la partecipazione, nel 2020, al Festival di Sanremo nella sezione “Nuove Proposte”, ndr). Entrato in carcere come volontario, ha proposto un laboratorio musicale di song writing ma non solo. “Ho sempre sentito il bisogno di dare uno scopo alla musica, che non fosse solo ricreativo. Dopo aver prestato la mia musica a iniziative contro il bullismo, la violenza di genere o le disuguaglianze, desideravo entrare in carcere per suonare per o insieme ai detenuti. Non sapevo cosa dovessi fare per realizzare questa idea, così mi sono messo a cercare informazioni su internet e ho deciso di partecipare ad un incontro con alcuni volontari. Qui, ho incontrato Isabella Belliboni e Caterina Vianella del Vol.Ca. e, con loro, è nata la proposta di un laboratorio musicale”.

Matteo Faustini parla di un’esperienza molto profonda, dove “abbiamo scritto, ci siamo abbracciati, abbiamo pianto – racconta –. Ho ascoltato storie molto forti, che a più riprese mi hanno interrogato. Ci siamo ascoltati davvero, nel profondo. C’era un’empatia pazzesca tra di noi”. Quando ripensa ai momenti vissuti in carcere come volontario, Faustini ha in mente due ricordi in particolare. “Ho consigliato ai detenuti di trovare, ogni sera prima di andare a dormire, tre cose da ringraziare per la giornata trascorsa. Una settimana più tardi, uno di loro mi ha confessato di aver ringraziato l’amore di un uccellino che si fermava sempre fuori dalla finestrella della sua cella per mangiare le bricioline che lui stesso gli lasciava. Ma ricordo anche un secondo episodio: un giorno, affacciandomi alla finestra, ho visto un detenuto intento ad abbeverare dei semini di pomodoro piantati da lui in una crepa del cemento. Si è preso cura di questa pianta ogni giorno, per far nascere e crescere qualcosa dentro l’arido carcere”.

Dal laboratorio musicale è nata “Il cattivo”, “una piccola briciola in un negozio di pane – si legge nella descrizione della canzone sul libretto di “Via dei Bucaneve, 25” –. Sono 208 secondi di rimpianti, attese, sensi di colpa e voglia di riscatto”. “La canzone – sono le parole del cantante – è ispirata ad alcune storie dei partecipanti al laboratorio. Dopo un inizio più crudo, le parole lasciano spazio alla speranza, come gli stessi carcerati mi hanno chiesto di far emergere. Mi è sempre piaciuto vedere i colori e pensare che ci sia una seconda opportunità per tutti. D’altronde, però, questo stesso sviluppo è la sintesi di quello che ho incontrato: i detenuti, quando entrano in carcere, sono pieni di rabbia, ma questa, con il tempo, lascia poi spazio alla speranza. Ti dicono grazie, hanno sempre il sorriso, sono davvero interessati a te. Come avrei potuto non riprodurre tutto questo? Ogni volta, uscito dal carcere, avevo un macigno sul cuore, ma anche un senso vero di gratitudine”.

Nel frattempo, Matteo Faustini ha iniziato un nuovo progetto in carcere dedicato alla poesia, ma “proporrò sicuramente altre nuove idee per il futuro. Comunque, la canzone è disponibile per l’ascolto su Spotify e io la porterò in giro per tutta l’Italia, insieme alle storie e alle testimonianze che racchiude, durante il mio tour estivo”.







ELISA GARATTI 22 mag 2025 13:54

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