Cristiano Godano: il suono della rabbia
Cristiano Godano è il leader carismatico dei Marlene Kunz, una di quelle band seminali che hanno lasciato il segno e anticipato in un certo senso il fenomeno della musica indie in Italia. “Noi, come gli Afterhours di Manuel Agnelli, i CCCP e i Timoria di Omar Pedrini, siamo gli ultimi reduci della grande stagione del rock indipendente italiano degli anni ‘90”. Cristiano Godano da alcuni anni scrive, per la rivista Rolling Stone, articoli che non trattano direttamente di musica ma “osano” esprimere giudizi sulla realtà. Questi articoli sono stati raccolti nel libro “Il suono della rabbia. Pensieri sulla musica e il mondo”, edito da Il Saggiatore. Domenica 28 Settembre è stato invitato a Librixia per un incontro condotto da Gian Paolo Laffranchi di Bresciaoggi.
“I miei articoli sono un po’ distopici e sono consapevole che sono troppo lunghi, perlomeno in questo contesto di analfabetismo digitale, nel quale la gente si nutre dalla rete spesso leggendo solo i titoli e non approfondendo mai gli argomenti. Io scrivo papiri digitali per lettori pazienti, la cui scrittura mi porta via moltissimo tempo, perché cerco di essere il più inconfutabile possibile, quindi studio e li rileggo almeno 20 volte. Sono articoli che nascono dalla frustrazione per le cose sconcertanti che succedono oggi. A volte scrivo anche di musica, ad esempio di Neil Young e di Nick Cave”.
Il leader dei Marlene Kunz si è messo a nudo, mostrando che un artista è prima di tutto una persona dotata di pensiero ("cogito ergo sum"), capace quindi di dare giudizi precisi sulla realtà circostante. “Il mondo ha preso una brutta piega, nella mia canzone “Come è possibile”, parlavo già cinque anni fa di queste cose (“Dimmi com'è possibile, eppure sta per succedere. Tempesta sopra di noi, la bestia dentro di noi. Non l'avrei detto mai, ed eccoci ritornare quaggiù, perché la risposta è lassù”). Sembrava impossibile cinque anni fa, invece nell'aria soffia oggi la paura della terza guerra mondiale”. In particolare, partendo dalla sua prospettiva di artista, ha evidenziato ancora una volta il pericolo della “rete” e dei suoi derivati: “noi utenti in Internet siamo chiusi in una gigantesca gabbia le cui chiavi sono in mano a Bezos, Zuckerberg, Google. Ci sono aziende che comprano i nostri diritti e che guadagnano sulla pubblicità. Siamo tutti operai della rete e lavoriamo per i grandi gruppi. E con la IA (Intelligenza Artificiale) sarà tremendamente peggio. Io non la uso e sto cercando di far capire a mio figlio di starne alla larga”.
@LiBrixia