Il metodo Pasini
Da spettatore esterno, ma pur sempre bresciano, guardo con simpatia ed interesse alla nascita del nuovo Union Brescia. La vera novità si concentra nel “metodo Pasini”: molto lavoro silenzioso, il rischio di cambiare, il coinvolgimento reale e fattivo del Comune di Brescia, la chiamata alla partecipazione di altre realtà industriali del territorio… in poche parole: costruire squadra non solo dentro, ma pure fuori dal campo e non pensare che le soluzioni a questa intricata situazione vengano solo dal metterci i soldi senza metterci la testa e le braccia, anche di altri. Di sicuro, in questo momento, mancano alcuni tasselli, primo fra tutto un rapporto rigenerato con la tifoseria, orfana di società da troppo tempo, impaurita dai cambi che non la coinvolgono. Al “metodo Pasini” auguro lunga vita. Si può vivere anche senza una squadra di calcio, ma questo metodo sta aiutando a vivere meglio una dimensione sportiva significativa per tanti. Dirò di più: mi piacerebbe un metodo così anche in altri campi, di certo più decisivi, come il bene per le giovani generazioni, la cura delle fragilità e le decisioni per il futuro di tutti.