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di GIAN ANTONIO GIRELLI 03 lug 2025 09:40

Un patto tra istituzioni, scuola e famiglie

La tecnologia, protagonista indiscussa del nostro tempo, apre scenari straordinari. Ma alle luci si accompagnano anche ombre, come dimostra il caso del quindicenne torinese arrivato in Pronto Soccorso a Orbassano per una crisi di astinenza da smartphone. Per discutere di possibili azioni preventive e culturali di aiuto all’uso inevitabile, ma intelligente, della tecnologia, l’Intergruppo parlamentare “Prevenzione e Riduzione del Rischio” ha organizzato una conferenza sul tema per accendere un faro su un problema emergente e in continua crescita. Analizzando i dati, e i casi portati dagli esperti, si è cercata di individuare la strada per superare l’emergenza attraverso un patto tra istituzioni, esperti, scuola e famiglie, partendo dalla presentazione di un decalogo utile ai genitori per preservare la salute digitale dei propri figli. Si deve prendere atto che è necessario normare ed educare all’uso degli strumenti che la scienza ci consegna.

Non farlo significa diventarne più o meno consapevolmente “dipendenti”. Anche per questo motivo, abbiamo presentato un decalogo per la salute digitale dei bambini e dei ragazzi: 1) I bambini imparano osservando: anche gli adulti devono mostrare un uso moderato, consapevole e relazionale dei dispositivi, evitando l’iperconnessione e dando valore ai momenti di qualità in famiglia. Anche i genitori e gli educatori devono formarsi nell’approccio al digitale: spesso sono pessimi utenti, poco consapevoli dello strumento e inconsapevoli delle sue ricadute educative e relazionali. 2) Definire con i figli orari precisi, limiti di utilizzo e spazi della casa in cui la tecnologia non è ammessa, coinvolgendoli nella creazione delle regole per aumentarne l’efficacia. 3) Attività fisiche, giochi creativi, letture condivise, esperienze all’aperto e momenti di noia produttiva sono fondamentali per uno sviluppo equilibrato e per ridurre l’attrattiva degli schermi. In questo quadro, è importante valorizzare anche la lettura tradizionale come fonte di crescita e formazione “diversa” dal digitale: un nutrimento per la mente e l’immaginazione che sviluppa concentrazione, empatia e spirito critico. 4) Offrire uno schermo per calmare un bambino impedisce lo sviluppo della sua capacità di riconoscere e gestire le emozioni. I dispositivi non devono sostituire la presenza, l’ascolto o il dialogo. 5) Proteggere i momenti relazionali. I pasti, il tempo prima di dormire, le conversazioni familiari e le attività condivise devono rimanere liberi da distrazioni digitali per favorire legami affettivi e comunicazione autentica. 6) Adeguare l’uso dei dispositivi all’età o nessuno schermo prima dei 2 anni o prima dei 5 anni, mai schermi accesi senza la presenza attiva di un adulto o prima dei 12 anni, evitare l’accesso autonomo ai social e a internet. 7) L’uso precoce e non mediato dei social espone a rischi emotivi, relazionali e cognitivi. È bene accompagnare gradualmente il bambino alla scoperta del digitale, con strumenti sicuri e protetti. 8) Condividere il tempo online, conoscere le app utilizzate dai figli, dialogare su ciò che vedono e vivono in rete è parte essenziale della responsabilità genitoriale. 9) Ricerca ossessiva del dispositivo, reazioni aggressive alla sua assenza e crescente isolamento dalle attività quotidiane possono indicare una dipendenza in atto. In presenza di questi segnali, è importante consultare un professionista della salute mentale. 10) Agire insieme come comunità educante. La prevenzione è più efficace quando scuola, famiglia, sanità e istituzioni lavorano insieme. È tempo di unire le forze per garantire ai nostri figli una crescita digitale sana, sicura e consapevole.

GIAN ANTONIO GIRELLI 03 lug 2025 09:40