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Brescia
10 lug 2015 00:00

Guarneri: Sulla Buona Scuola non fermiamoci agli slogan, valutiamo nel merito

Per il responsabile della pastorale scolastica della diocesi, "qualcosa bisognava fare. La scuola italiana ha tratti di eccellenza ma anche di grave problematicità". Senza trincerarsi dietro gli slogan, è necessario "valutare nel merito i provvedimenti"

La vera novità della Buona Scuola è, forse, che il preside sulla base dei criteri stabiliti all’interno dell’istituto dal comitato di valutazione (nel quale risiedono insegnanti che hanno la maggioranza, alunni e genitori) può valutare i docenti per il merito (aumenti e benefit). La Buona Scuola è legge non senza polemiche e proteste dentro e fuori dal Parlamento. “Bisogna sedersi – spiega Davide Guarneri – e valutare nel merito i provvedimenti, non bisogna soffermarci sugli slogan. Dietro alle parole ci sono poi delle attuazioni. Pensiamo all’esempio della teoria gender che per noi non è opportuna. Il tema vero è l’attuazione dei provvedimenti. Noi come Ufficio promuoviamo molte occasioni di incontro attraverso, soprattutto, Comunità e Scuola che tra qualche giorno diventerà Fondazione per l’educazione alla scuola: sarà il motore propulsore di questo percorso formativo”.

Sarà davvero una "Buona Scuola"?

Noi lo auspichiamo. Ogni legge e ogni provvedimento, soprattutto in Italia, necessita di un periodo lungo di attuazione… C’è una legge, ma ci sarà un lungo periodo perché davvero la scuola possa essere migliore. Il Governo ha impresso un’accelerata significativa, modificando i tradizionali di incontro; c’è stata una consultazione online lunga che non è stata molto valorizzata dal mondo della scuola. Questo testo è una scelta politica chiara di una maggioranza. D’altra parte qualcosa bisognava fare. La scuola italiana ha tratti di eccellenza ma anche di grave problematicità. Abbiamo anche un tasso di abbandono scolastico troppo elevato con situazioni preoccupanti…


Le proteste sono giustificate?

L’intervento è un pacchetto che contempla molte tematiche e non può soddisfare tutto su tutti. Anche noi troviamo qualche elemento di difficoltà. Le proteste in piazza erano animate da motivazioni diverse e disparate. Qualcuno per esempio ha utilizzato la frase che si svuota la scuola statale per arricchire la scuola privata, ma il termine è sbagliato, perché si deve parlare di scuola paritaria: non c’è purtroppo nessun aumento dei contributi, ma la possibilità di una lieve detrazione fiscale per le famiglie che al netto risparmieranno circa 70/80 euro per famiglia.

Un tema caldo è sicuramente quello legato alle assunzioni...

Recependo una sollecitazione europea, si introdurranno da settembre (forse da dicembre) più di 100mila precari: sono persone che attualmente insegnano ma “non sono stabilizzate”. Fra questi, alcuni non insegneranno; non si risolve, però, del tutto il problema delle supplenze… Alcuni chiedevano di scorporare questo provvedimento dal resto della legge. Più che assunzioni generiche, era preferibile verificare caso per caso: verrà stabilizzato chi magari non insegna da tempo o da non ha competenze nell’inglese o nell’informatica… Allo stesso tempo ci saranno insegnanti con un’esperienza notevole.
10 lug 2015 00:00