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di LUCIANO ZANARDINI 01 ago 2019 13:00

Pastore tra la gente

Parroco di Sonico, Rino e Garda dal 2009, don Bruno Colosio è la nuova guida della comunità di Zocco di Erbusco. In questa intervista si racconta

Don Bruno, proviamo a rileggere il suo ministero sacerdotale a partire dal primo servizio a Borno.

L’esperienza di Borno è stata breve ma importante. Lì ho apprezzato la fede semplice, genuina e profonda dell’alta montagna. Ho incontrato persone che nella vita hanno faticato, hanno lavorato e pregato. Ho un ricordo profondo, ad esempio, della quaresima e della novena di Natale, quando celebravamo la Messa alle 6.30 del mattino in una chiesa piena; lo stesso potrei dire del triduo dei morti con un apparato ligneo restaurato che attirava persone da altre persone e con una celebrazione che era un mix di devozione, letture bibliche, adorazioni eucaristiche e canti… Di Borno mi ricordo le ore passate in confessionale.

Poi il passaggio a Sale Marasino (2005-2009) vicino a casa (Gratacasolo)

La comunità come presenze non aveva i numeri di Borno e mi era stata descritta come una comunità un po’ “distratta”. Il periodo lì è stato molto arricchente. A Sale Marasino ho trovato una grande famiglia. In molti sono stati vicini a me e a mia, che viveva in casa con me, negli ultimi mesi della sua vita. Non posso dimenticare l’entroterra salese dove andavo con i ragazzi a fare i giochi del grest o i grandi momenti liturgici durante l’anno. Ho instaurato molti legami, tra questi con un bel gruppo di giovani con i quali ci si trovava a leggere un brano della Parola di Dio e a pregare insieme.

Nel 2009, a 34 anni, diventa il parroco più giovane della diocesi...

Sono stato, per un po’ di anni, il parroco più giovane della diocesi. Un amico sacerdote (don Giovanni Milesi) mi disse che avevo aperto una nuova strada… Non mi aspettavo di diventare subito parroco, avrei preferito continuare in oratorio. Con un atto di grande fiducia mi sono state affidate tre parrocchie. Sono stato catapultato nella realtà dell’Alta Valle. Gestire tre comunità è stata una scuola di vita: ero a digiuno di tutto, per fortuna qualche buon parroco mi ha regalato dei libri sul Santo Curato d’Ars che ho letto volentieri.

Su cosa ha puntato in questi anni?

Nella pastorale che ho trovato era già presente un cammino unitario, penso al catechismo e all’unico consiglio pastorale. Ho cercato di dare più valenza ai tempi liturgici e ad alcune tradizioni. In particolare ho focalizzato l’attenzione sul periodo dei santi e dei morti, al triduo dei defunti e alla cura dei funerali. Dal punto di vista pastorale, dopo alcuni esperimenti, abbiamo iniziato a curare la novena di Natale e a fare un po’ di oratorio: i ragazzi sanno gestire il grest quasi in autonomia. Fino a cinque anni fa andavo a benedire le case. Poi, in un paese piccolo, le case si frequentano. Incontro le famiglie e visito gli ammalati. Nelle due frazioni (Rino e Garda) dove non sono residente tutti mi hanno aperto le porte. Sono persone generose anche dal punto di vista dell’affetto e dell’amicizia. E questo mi ha aiutato molto, soprattutto nel primo periodo.

Quali saranno le attenzioni pastorali a Zocco d’Erbusco?

Non conosco la realtà. So che è una parrocchia legata al suo territorio e che è una parrocchia “eucaristica”. Prima di tutto serve una comprensione vicendevole: comprendere i pregi e i difetti di entrambi per poter camminare insieme. Sempre con gli occhi al cielo per chiedere, in ogni scelta, l’aiuto del Signore. Inizio con semplicità questa nuova fetta di vita che grazie al Signore, al Vescovo e ai suoi collaboratori, mi è stata concessa.

C’è un versetto del Vangelo al quale è particolarmente legato?

Ho sempre presente l’esperienza durissima di Gesù nell’orto degli ulivi quando si ritrova solo, in balia delle tentazioni, e proclama un’orazione bellissima. Nella versione di Luca (22,39), il versetto “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà” mi ha sempre aiutato in ogni situazione difficile sia a livello personale sia a livello comunitario, ma anche nelle scelte apparentemente più facili che, però, possono arrecare problemi ad altre persone.

LUCIANO ZANARDINI 01 ago 2019 13:00