lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Castegnato
di LUCIANO COSTA 04 mag 2018 11:37

Un paese in festa per San Vitale

Per il patrono San Vitale il Comitato organizzatore ha programmato molte iniziative per coinvolgere vecchi e nuovi residenti, per riscoprire e rinsaldare i valori, le origini e la storia della comunità

Forse, chissà quando, dove adesso ci sono case, palazzi, strade, autostrade, binari e fabbriche, c’era un castagneto, non grande ma neppure piccolo, però sufficiente a dare il nome al paese che sorgeva al suo limitare. Castegnato, per l’appunto: terra pia e generosa in cui prelati, abati e badesse godevano di sostanzioso patrocinio; luogo di transito e sosta per chi era diretto alla città; terra su cui porre una stabile dimora. Così ai tempi in cui la gente si beava del poco che l’agricoltura permetteva e che la destrezza nello scambiare le merci le suggeriva. Ma forse, chissà, anche allora, almeno una volta all’anno, la gente smetteva d’affaccendarsi, guardava al cielo e invocava da San Vitale “il suo potente aiuto”. Così ieri, ma così anche adesso. Infatti, nonostante il progresso privilegi la potenza dell’io e la presunzione spinga a credere di poter fare da soli, di un santo che generosamente metta a disposizione “il suo potente aiuto”, se ne sente il bisogno. Certo, qualcuno storce il naso, non crede, sta alla larga, sorride sui “pii devoti” che accendono ceri e innalzano orazioni. Però insomma, davvero questi signori del laico pensiero son disposti a restare fuori dalla festa? Ad ogni modo San Vitale c’è e nella sua urna giace in pace e dispensa pace da cento e cento anni. Anche per questo ogni anno, quando maggio saluta la sua seconda domenica, in suo onore Castegnato imbastisce cerimonie solenni, inscena festeggiamenti, somma concerti e mostre d’arte, innalza orazioni, ascolta memorabili panegirici, s’adorna di fiori e mangia la torta – la torta di san Vitale – quella che un valoroso pasticciere, anni fa, ideò e propose, ricevendo consensi e prenotazioni, quale dolce segno della festa patronale. Come sempre il paese si specchia nella sua festa e l’occasione gli consente di ragionare sul suo modo di essere e di guardare al futuro.

Osservandolo e abitandolo, vien facile raffigurarlo come paese tutto sommato felice: a due passi dalla città; snodo viario di notevole importanza; probabile stazione di una metropolitana intercomunale annunciata ma non ancora delineata; luogo ambito per chi cerca residenza fuori porta senza allontanarsi troppo dai fasti cittadini; attivo nel lavoro; tra i più attenti nel volontariato sociale; un posto in cui convivono pacificamente diverse etnie e si professano religioni diverse; cittadina di quasi 8.500 abitanti, che va in cronaca per gli eccessi e quasi mai per il tanto di bene che esercita o per la buona politica e per le occasioni di cultura che sa offrire; parrocchia con spiccato senso al fare comunità a cui s’unisce un oratorio con spazi educativi e sportivi amalgamati, dove la gioia con cui condire il quotidiano è una certezza. È bello abitare in un paese che non è il tuo d’origine ma che gli assomiglia, fatto di persone che volentieri si radunano all’angolo della strada o in cortile per quattro chiacchiere e, nel caso, condividere problemi e speranze. Altrettanto bello è camminare per strada salutando e ricevendo saluti, partecipare a questa o quella festa. Come è accaduto quel venerdì di febbraio, quando nel salone dell’Associazione Pensionati è bastato un libro dedicato a “un come eravamo purtroppo già dimenticato” per accorgersi che queste e quelle radici poggiano sulla medesima terra, che raccontare una storia e ragionare sulla storia sono facce della stessa medaglia, che spendere un’ora per riflettere sul buono e il gramo che ci sta intorno non è mai tempo perso, che immaginare altri pomeriggi da dedicare alla ricerca di occasioni per fare e rinsaldare cultura è lodevole e non deplorevole avventura. Se a questo s’aggiunge il piacere di scoprire il paese, magari adesso che è san Vitale, diventerà normale smettere di considerarlo solo di passaggio.

Il programma

Il programma inizia giovedì 10 maggio con la serata musicale dell’Associazione Dodicinote nel corso della quale si esibiranno due gruppi giovanili locali: Traffic Jam e Nameless Sound. Venerdì 11 maggio il Complesso musicale di Castegnato proporrà il suo “Concerto orchestrale” alle 21 nella parrocchiale. Sabato 12 maggio l’inaugurazione alle 10, nel Centro Civico, della mostra di pittura “Omaggio al Maestro” con opere dei maestri Dino Decca e Felice Bodei e degli allievi dell’Accademia della Realtà “Atelier Dino Decca” di Flero. Alle 14.30 l’incontro musicale con le suore di Maria Bambina, con il gruppo ”Anni Sessanta” e a seguire l’inaugurazione dei “mercatini dell’hobbystica” nel parco Calini. All’oratorio la “pesca di San Vitale”, una mostra fotografica sui 25 anni dell’Uso e la proiezione di filmati amatoriali di vita locali. Le cerimonie religiose sono la sera di sabato 12 con la Messa concelebrata dai sacerdoti delle parrocchie limitrofe e l’esposizione dell’urna di San Vitale; domenica 13 alle 17.30 la processione; lunedì 14 la Messa con la reposizione dell’urna nell’altare della Madonna del Rosario. Le “donne dei fiori” orneranno con migliaia di fiori di carta crespa il paese.

LUCIANO COSTA 04 mag 2018 11:37