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Brescia
di REDAZIONE 25 lug 2023 09:36

Adesso viene la notte

Appuntamento mercoledì 2 agosto alle 21.30 nel chiostro del Complesso di San Cristo con lo spettacolo "Adesso viene la notte" (Drammaturgia e regia di Giuseppe Marchetti). 

Nel Vangelo secondo Giovanni, poco prima di donare la vista al cieco nato, Gesù pronuncia una sentenza indecifrabile e allusiva. Le opere del Padre, afferma, devono compiersi alla luce del giorno perché poi venit nox, viene la notte, e al sopraggiungere delle tenebre nessuno può più operare.

A 45 anni dal sequestro e dall’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta, domina ancora il buio composto da giri a vuoto, spesso ripetitivi, magari con varianti, di quanto è già stato detto, smentito, sospettato, rievocato, documentato. Non c’è notte più nera di quei giorni di cronaca italiana.

Lo spettacolo, liberamente ispirato all’omonimo libro di Ferruccio Parazzoli, non ha come protagonista Aldo Moro - è la vittima, sacrificata per la stoltezza degli uomini -, bensì il più drammatico dei protagonisti di quei giorni di angoscia e lutto: Paolo VI. Giovanni Battista Montini viene appresentato come un Papa notturno, impegnato in lunghe veglie di preghiera, lettura, meditazione e, soprattutto, un Papa colto e sapiente che non teme di guardare in faccia i dubbi che la ragione pone alla fede.

Così come Giobbe, Paolo VI verrà consegnato da un Dio che, come suo solito, manterrà uno stretto silenzio, all’azione di un demonio buffonesco, ma non per questo meno abile e maligno, dal quale non verrà toccato nella propria persona. A patire, invece, sarà un amico personale, l’onorevole Aldo Moro, del quale ben conosce, al di là della maschera di politico, le tenerezze familiari e le debolezze umane, al quale è riservato lo strazio della strage, del rapimento, della solitudine, del martirio non invocato per il quale chiede invano soccorso a Dio.

Resisterà papa Montini di fronte allo spettacolo del Giusto sofferente fino alla morte, senza vacillare nella fede? È questa la scommessa tra Dio e satana.

Nei giorni della prigionia di Moro il pontefice veglia in angoscia e cerca di comprendere i motivi per cui il mondo politico italiano si sente costretto a non venire a patti con le Brigate Rosse e ad abbandonare il Giusto al suo tragico destino. All’apice dell’angoscia compone la celebre lettera agli uomini delle Brigate Rosse. Una domanda e una richiesta che non troverà risposta da parte dei brigatisti, così come la richiesta a Dio di salvare la vita all’amico Aldo Moro.

Nel momento della sconfitta, nella basilica lateranense, assente la salma di Moro per volontà dei familiari, dettando l’orazione funebre per lo statista assassinato - un discorso drammatico -, il Papa non esita a rimproverare Dio a voce alta per la sua assenza e per il suo silenzio che, inutilmente, aveva supplicato.

Tre mesi dopo Paolo VI morirà a Castel Gandolfo. “Adesso viene la notte” furono le sue ultime parole sul letto di morte.

REDAZIONE 25 lug 2023 09:36