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Brescia
di VITTORIO BERTONI 30 apr 2018 10:33

Il Muro

Martedì 8 alle 20.45 presso il Cinema Nuovo Eden va in scena “Il Muro”. Lo spettacolo, curato da Marco Cortesi e Mara Moschini, affronta, attraverso reali testimonianze frutto di una inchiesta giornalistica sul campo, il dramma di una delle barriere più invalicabili e letali che l’essere umano abbia mai conosciuto

Martedì 8 alle 20.45 presso il Cinema Nuovo Eden va in scena “Il Muro”. Lo spettacolo, curato da Marco Cortesi e Mara Moschini, affronta, attraverso reali testimonianze frutto di una inchiesta giornalistica sul campo, il dramma di una delle barriere più invalicabili e letali che l’essere umano abbia mai conosciuto in grado di tenere divisa una città per 28 anni e provocare la morte di centinaia persone. Una storia, quella del Muro di Berlino, che parla di tragedie, ma allo stesso tempo anche del destino di migliaia di persone che decisero di scavalcare una barriera ingiusta e ignobile per conquistare il diritto di essere semplicemente “liberi”. Lo spettacolo viene proposto con ingresso a offerta libera dall'Associazione di promozione culturale e sociale 'Orage d'étoiles', istituita nel 2015 in seguito alla morte del ventiquattrenne Cosma Casagrande avvenuta cadendo mentre si calava dalla via di arrampicata “Tempesta di stelle” sulle Alpi francesi. “Cosma – ricordano i genitori Rita e Fulvio - si era trasferito a Parigi dopo avere conseguito a Brescia il dottorato in infermieristica. All’Ospedale Pompidou conobbe alcune persone che avevano partecipato alla missione di Medici senza Frontiere nel 1986 in Afghanistan e vide che non erano eroi ma individui che avevano lavorato in situazioni rischiose e faticose: aveva l’intenzione, quando si fosse sentito pronto professionalmente e umanamente, di lavorare in quegli ambiti di medicina d’urgenza”. Amava molto la montagna che iniziò a frequentare già da bambino, poi con entusiasmo visse l’esperienza scout e le vacanze a Campo Tres. Quando diventò più grande questa sua passione lo avvicinò all’arrampicata che anche in Francia riempiva di senso le sue giornate di riposo dal lavoro. “Ci manca tantissimo – proseguono i genitori - e insieme ai suoi amici abbiamo cercato dopo la tragedia di ritrovare le sue emozioni, i suoi bisogni e progetti. Per onorare il suo ricordo e proseguire il suo cammino”.

VITTORIO BERTONI 30 apr 2018 10:33