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Nave
di ELISA SPAGNOLI 18 ott 2018 15:07

Il nuovo palco di Nave

L’attrice novarese Lucilla Giagnoni in scena con “Furiosa mente” per l’inaugurazione del palcoscenico della Sala della Comunità San Costanzo

Dopo ingenti lavori è stato finalmente inaugurato il nuovo palcoscenico della Sala della Comunità San Costanzo di Nave con la presenza di Lucilla Giagnoni, dapprima in un interessante intervista intavolata con il curato don Enrico Malizia e successivamente con lo spettacolo “Furiosa Mente” che ha visto una larga partecipazione di pubblico.

Don Enrico ha intervistato l’attrice rivolgendole alcune domande circa il senso del fare teatro oggi: “Perché fare ancora teatro quando c’è un trend culturale che ci spinge a consumare le cose artistiche e cinematografiche davanti a uno schermo?”. Lucilla Giagnoni ha risposto prontamente puntualizzando che non c’è altro luogo come il teatro che permette di esserci e di essere connessi con tante persone in un’unità di intenti; inoltre è uno spazio di condivisione a livello territoriale, dove ogni realtà od associazione può avere voce, “una piazza anche del dissenso e della critica”. Una seconda suggestione posta come quesito è stata quella circa il valore educativo del teatro. Molti ragazzi, ha sottolineato don Enrico, grazie al teatro hanno fatto passi avanti dal punto di vista umano. L’artista non ha esitato ribadire anzitutto che ai giovani piace il teatro quando questo non resta imbrigliato nei retaggi del passato, inoltre “si mostrano le luci ma anche le ombre della vita, si possono varcare i confini della diversità ed è uno spazio in cui una persona si specchia, tutto diventa più forte più intenso”.

Come investire nel teatro oggi? “Cosa può fare la nostra Sdc da domani in poi?” Secondo Lucilla Giagnoni è una sfida che non ha ricette; il teatro però dev’essere un luogo che interpella la vita delle persone, che si pone in osmosi con la città e soprattutto con le scuole. Al termine dell’intervista don Enrico ha lasciato spazio al sindaco di Nave, Tiziano Bertoli, il quale ha ricordato l’importanza cruciale che questo teatro ha rivestito per l’intera comunità navense ed ha ricordato la data di costruzione: 1944, una data interessante poiché Nave versava ancora in stato di guerra; un segno dunque di speranza e di voglia di ricostruzione. Dopo un breve dialogo in sala, don Enrico ha dettagliatamente illustrato i lavori circa il foyer cioè il luogo dell’accoglienza delle persone, le luci della sala, la scenotecnica, il montaggio dei tralicci per caricare i pesi, i nuovi tendoni di colore nero, la pavimentazione, i camerini ecc... La parrocchia di Nave non ha voluto rinunciare all’utilizzo di questa Sala anche per fare tutto ciò che non è cinema, essendo altresì l’unica risorsa di questo tipo presente sul territorio e che vanta ben 74 anni. Dopo parecchi mesi di lavori e una spesa non indifferente si è terminata quest’opera che sarà sicuramente una risorsa per tutta la cittadinanza.

ELISA SPAGNOLI 18 ott 2018 15:07