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di LINDA BRESSANELLI 22 giu 2018 11:06

Vi racconto il “mio” Eremo

Venerdì 2 luglio don Roberto Domenighini inizia il suo ministero alla Congregazione per il Clero dove nel primo periodo sarà a servizio dei seminari. Qui racconta i suoi nove anni all’Eremo di Vallecamonica

È stata ufficializzata a inizio giugno la notizia che don Roberto Domenighini, direttore dell’Eremo dei santi Pietro e Paolo di Bienno, andrà a Roma. Il sacerdote brenese, classe 1972, che era all’Eremo dal 2009, sarà a disposizione della Congregazione per il Clero. Venerdì 2 luglio don Roberto inizia il suo nuovo incarico romano. Durante l’estate tornerà saltuariamente all’Eremo per affiancare don Tino e iniziare così il passaggio di consegne. Nel frattempo rimane costante e significativa all’Eremo la presenza delle suore Sacramentine. Al suo posto un gradito ritorno in Vallecamonica, quello di mons. Tino Clementi: sarà lui il nuovo direttore dell’Eremo. Di origini camune (nato a Cortenedolo nel 1944) per una ventina d’anni fu parroco di Breno, che lasciò nel 2005 per trasferirsi nella parrocchia di Manerbio. Abbiamo incontrato don Roberto Domenighini prima della partenza per tracciare una sorta di bilancio dei nove anni trascorsi all’Eremo e per parlare del suo nuovo incarico.

Don Roberto, su cosa ha puntato per la direzione dell’Eremo di Bienno?

All’Eremo ho puntato sull’essere comunità, sullo stare insieme, sull’accoglienza. Il bilancio non può che essere di grande gratitudine per la Valle e per la diocesi di Brescia. Questa coralità attorno all’Eremo ha permesso la realizzazione di tante cose, ma soprattutto ha permesso l’incontro tra la gente e l’incontro con Dio, e di questo sono profondamente grato al Signore e a tutti i fratelli che mi sono stati vicini in questi anni. La parola che più di tutte ha caratterizzato questo percorso è “grazie”.

Cosa sente di aver imparato da questa esperienza?

Che bisogna camminare insieme, in profonda comunione. A Dio non si va mai da soli. Un tesoro che porterò anche a Roma, questa profonda volontà di condivisione e di comunione nel Signore. Un segreto, se vogliamo, per fare bene anche le cose terrene.

Quanto ha bisogno di spiritualità l’uomo di oggi?

Da un semplice “Benvenuti all’Eremo!” sono nate tante storie di conversione e di riavvicinamento. L’Eremo ha aperto le porte a chiunque sia alla persona di fede che a persone che erano lontane dalla Chiesa. Negli occhi di questi ultimi, che magari non frequentavano l’eucaristia domenicale e non conoscevano neanche il nome del loro parroco, ho visto il bisogno di Dio e quella squisita umanità che ha l’immagine di Dio. Gente che è venuta a Bienno da tutt’Italia e dal mondo e ha portato un grande arricchimento, mio personale e di tutta la Valle.

Tutto questo verrà portato avanti da mons. Tino Clementi. Come lo vede in questo nuovo ruolo?

Don Tino è il parroco che mi ha cresciuto a Breno, da quando avevo circa 10 anni fino all’ordinazione sacerdotale. Mi ha piacevolmente stupito e mi ha fatto gioire la nomina a mio successore alla direzione dell’Eremo. Don Tino condivide con la Valle una grande passione per il territorio, illuminata dalla fede. L’Eremo è in buone mani.

Ma veniamo a lei. Quale sarà il suo compito a Roma?

Papa Francesco, nell’ambito del rinnovamento della Curia, ha fatto la scelta di chiedere “in prestito” i sacerdoti alle diocesi per un quinquennio. Con trepidazione ho accolto questo invito. In questa fase iniziale il mio incarico sarà presso la Congregazione per il Clero, un organismo che il Papa utilizza per il suo servizio ai sacerdoti, e sicuramente i primi tempi li dedicherò a servizio dei seminari.

Arriva a Roma nell’anno della canonizzazione di Paolo VI...

Ho pregato davanti al monumento a Paolo VI collocato all’Eremo affinché mi aiuti a camminare sui passi della santità. Sicuramente dalla vita romana di Montini ho molto da imparare, per la sua dedizione al lavoro nella segreteria di Stato, che è fondamentale per la vita della Chiesa. Senza tralasciare l’incontro con i giovani.

LINDA BRESSANELLI 22 giu 2018 11:06