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di GIUSEPPE BELLERI 09 mar 2020 09:59

Tra le capre di Valsorda

Godendo di un paesaggio stupendo, Mariagrazia potrebbe sentirsi in Paradiso e vivere con sufficiente tranquillità dei frutti del suo lavoro

Annunciati dallo scampanellio di migliaia di piccoli e candidi bucaneve − che, dice il florario, “illuminano le foreste e i prati melanconici di febbraio” − che trapuntano il lungo ma agile sentiero che da Odeno, frazione di Livemmo, sale e porta, accarezzando ed abbracciando il Monte Valsorda, alla Malga omonima, siamo giunti, sbucando tra fiocchi di neve nascosti da una bianca coltre nebulosa, ai 1200 metri dell’Azienda Agricola Corna Blacca. Ad accoglierci tre maestosi cavalli, tranquilli e silenziosi come appena scossi dai loro cavalieri. Aperto il rustico cancelletto di legno siamo stati festosamente salutati da tre simpatici cani: un volpino marroncino e due cani pastore, mentre s’udiva un vociare di capre.

Quindi è apparsa la titolare dell’azienda, Mariagrazia Arrighini, nata a Brescia, che dopo anni trascorsi a guardare negli occhi e a prescrivere lenti, lei optometrista, giunta in questo luogo si sentì a casa. All’inizio ci fu l’aiuto di Claudio, che 4 anni fa morì tragicamente nel bosco, ma ha sempre avuto la compagnia dei suoi cani, degli amati cavalli e delle simpatiche Capre bionde dell’Adamello, una razza autoctona dell’arco alpino a rischio di estinzione, allevata in modo naturale e che produce un ottimo, anche se scarso, latte. È in affitto da 10 anni nella malga comunale, incastonata in uno spuntone di roccia che pare rotolata dalla vicina Corna Blacca, una delle cime, che, assieme al Monte Ario e al Monte Pezzeda, incorniciano la Valle Trompia a ponente e la Valle Sabbia a levante. Godendo di un paesaggio stupendo potrebbe sentirsi in Paradiso e vivere con sufficiente tranquillità dei frutti del suo lavoro se non ci fossero i balzelli imposti dallo Stato e le norme degli enti di controllo che sarebbero giusti ed equi per una grossa azienda ma non per chi come lei ha solo 30 caprette. Mariagrazia da Pasqua in poi scende una volta alla settimana, alternando le due valli confinanti, a portare il caprino spalmabile, il primo sale, le formaggelle e gli stagionati ai suoi clienti.

GIUSEPPE BELLERI 09 mar 2020 09:59