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di CLAUDIO PAGANINI 01 lug 2025 16:40

Calori: Alla base di tutto? Grande passione

Alessandro Calori non è una vecchia gloria perché ha solo 58 anni e perché allena ancora. Però ha vissuto gli anni più belli nel Brescia Calcio all’inizio degli anni 2000 con Mazzone, Baggio e Guardiola...

Alessandro, che ricordi hai di quella prima tappa a Brescia come giocatore?

Un’esperienza bellissima! Quando sono arrivato, respiravo un po’ di negatività tra i bresciani, abituati a salire e scendere di categoria. Allora ho provato a cambiare qualcosa, iniziando dai rapporti umani, ascoltando le persone e cercando di capire come poterci migliorare.

Da giocatore hai avuto dei compagni di calcio eccezionali come lo eri anche tu: eri nella storia del calcio per il gol che hai segnato a Perugia, nel 2000, contro la Juventus, con la sconfitta rimediata in quell’ultima giornata perse il campionato che andò alla Lazio...

Ancora oggi, dopo 25 anni, quando torno a Roma, mi ringraziano...Mi trattano come se fosso il Papa! Eppure ho semplicemente fatto la mia parte con lealtà e coraggio: ho segnato un gol senza pensare a conseguenze o interessi di parte.

Quel gol fu una moderna versione della lotta di Davide contro Golia.

È vero. Ma quello il modo di vivere di quel Perugia allenato da Mazzone: osare sempre, fare l’impensabile. Anche quando venni per la prima volta a Brescia trovai lo stesso spirito che, poi, ha segnato tante altre prime volte nella mia vita. La prima volta siamo andati in Europa con la squadra di cui d ero il capitano. che dà tanto entusiasmo.

Dopo qualche anno, sei tornato a Brescia per un’altra prima volta ma da allenatore. In un clima di tensione societaria (era il 2015 prima del fallimento della presidenza Corioni), hai trasmesso il tuo entusiasmo. Anche questo è un dono grande che hanno gli uomini profondi e dai grandi valori. Questo ti è stato utile allenando tante diverse squadre?

Ho sempre cercato di migliorare ogni giocatore nel modo di pensare e nei comportamenti. Si parla spesso di tattica e di come stare in campo. Sono cose fondamentali, certo. Ma, se non sei una persona con dei valori, è difficile tenere insieme calcio e vita. La gara occupa due ore, ma poi c’è tutto il resto della vita da gestire. Ed è li che dimostri d’essere un campione.

I giovani che alleni sono capaci di recepire questi valori?

Difficilmente. Non si dedica tanto tempo a questi argomenti durante gli allenamenti. Purtroppo, ci sono troppi esempi negativi che condizionano. Non basta giocare bene a calcio; devi avere anche dei valori da rispettare. Oggi in Nazionale vengono convocati giocatori che danno cattivi esempi di vita. È un male. Che messaggio arriva ai giovani?

Ma se vengono scelti perché hanno i piedi buoni, e un po’ meno la testa, non c’è una via d’uscita?

La via d’uscita c’è ed è rappresentata dalla capacità dei dirigenti che devono sapere dire anche dei no, anche a costo di rinunciare a chi è tecnicamente bravo ma non riesce a esserlo anche nella vita. Questo sarebbe un segnale chiaro! La colpa , dunque, non è dei ragazzi, ma di chi li sceglie.

Passiamo al calcio d’oggi. Se mancano i dirigenti in gamba, lo sport viene saccheggiato dai mercanti e la società fallisce.

Servono persone che controllano prima, anche a livello politico, la qualità dei dirigenti e presidenti. Per molti c’è solo il business, ma solo con il business si arriva al fallimento. Alla base deve esserci una grande passione. È come avere in casa il diavolo, che pensa solo ai soldi e non parla più dei valori, della passione, della rappresentanza del popolo bresciano. Pensiamo alla situazione del Brescia: dietro a quella maglia con la “V” c’è un tutto popolo che si appassiona e che chiede di essere rispettato.

Come può ripartire il Brescia?

Ho letto che potrebbe diventare Pasini il presidente. Credo che sia una figura di imprenditore bresciano, responsabile e orgoglioso. Se riuscisse a legare più imprenditori, dalle ultime esperienze dolorose potrebbe nascere Pasini non deve preoccuparsi delle contestazioni dei tifosi contestano, deve andare avanti. È una bella opportunità.

Torneresti a Brescia?

Sì, io tornerei! In passato l’ho fatto in un momento di difficoltà. Credo di essere una persona discretamente leale, quindi se già l’ho fatto una volta potrei farlo anche una seconda volta. Anche adesso!

CLAUDIO PAGANINI 01 lug 2025 16:40