Calori: Alla base di tutto? Grande passione
Alessandro Calori non è una vecchia gloria perché ha solo 58 anni e perché allena ancora. Però ha vissuto gli anni più belli nel Brescia Calcio all’inizio degli anni 2000 con Mazzone, Baggio e Guardiola...
Alessandro, che ricordi hai di quella prima tappa a Brescia come giocatore?
Un’esperienza bellissima! Quando sono arrivato, respiravo un po’ di negatività tra i bresciani, abituati a salire e scendere di categoria. Allora ho provato a cambiare qualcosa, iniziando dai rapporti umani, ascoltando le persone e cercando di capire come poterci migliorare.
Da giocatore hai avuto dei compagni di calcio eccezionali come lo eri anche tu: eri nella storia del calcio per il gol che hai segnato a Perugia, nel 2000, contro la Juventus, con la sconfitta rimediata in quell’ultima giornata perse il campionato che andò alla Lazio...
Ancora oggi, dopo 25 anni, quando torno a Roma, mi ringraziano...Mi trattano come se fosso il Papa! Eppure ho semplicemente fatto la mia parte con lealtà e coraggio: ho segnato un gol senza pensare a conseguenze o interessi di parte.
Quel gol fu una moderna versione della lotta di Davide contro Golia.
È vero. Ma quello il modo di vivere di quel Perugia allenato da Mazzone: osare sempre, fare l’impensabile. Anche quando venni per la prima volta a Brescia trovai lo stesso spirito che, poi, ha segnato tante altre prime volte nella mia vita. La prima volta siamo andati in Europa con la squadra di cui d ero il capitano. che dà tanto entusiasmo.
Dopo qualche anno, sei tornato a Brescia per un’altra prima volta ma da allenatore. In un clima di tensione societaria (era il 2015 prima del fallimento della presidenza Corioni), hai trasmesso il tuo entusiasmo. Anche questo è un dono grande che hanno gli uomini profondi e dai grandi valori. Questo ti è stato utile allenando tante diverse squadre?
Ho sempre cercato di migliorare ogni giocatore nel modo di pensare e nei comportamenti. Si parla spesso di tattica e di come stare in campo. Sono cose fondamentali, certo. Ma, se non sei una persona con dei valori, è difficile tenere insieme calcio e vita. La gara occupa due ore, ma poi c’è tutto il resto della vita da gestire. Ed è li che dimostri d’essere un campione.
I giovani che alleni sono capaci di recepire questi valori?
Difficilmente. Non si dedica tanto tempo a questi argomenti durante gli allenamenti. Purtroppo, ci sono troppi esempi negativi che condizionano. Non basta giocare bene a calcio; devi avere anche dei valori da rispettare. Oggi in Nazionale vengono convocati giocatori che danno cattivi esempi di vita. È un male. Che messaggio arriva ai giovani?
Ma se vengono scelti perché hanno i piedi buoni, e un po’ meno la testa, non c’è una via d’uscita?
La via d’uscita c’è ed è rappresentata dalla capacità dei dirigenti che devono sapere dire anche dei no, anche a costo di rinunciare a chi è tecnicamente bravo ma non riesce a esserlo anche nella vita. Questo sarebbe un segnale chiaro! La colpa , dunque, non è dei ragazzi, ma di chi li sceglie.
Passiamo al calcio d’oggi. Se mancano i dirigenti in gamba, lo sport viene saccheggiato dai mercanti e la società fallisce.
Servono persone che controllano prima, anche a livello politico, la qualità dei dirigenti e presidenti. Per molti c’è solo il business, ma solo con il business si arriva al fallimento. Alla base deve esserci una grande passione. È come avere in casa il diavolo, che pensa solo ai soldi e non parla più dei valori, della passione, della rappresentanza del popolo bresciano. Pensiamo alla situazione del Brescia: dietro a quella maglia con la “V” c’è un tutto popolo che si appassiona e che chiede di essere rispettato.
Come può ripartire il Brescia?
Ho letto che potrebbe diventare Pasini il presidente. Credo che sia una figura di imprenditore bresciano, responsabile e orgoglioso. Se riuscisse a legare più imprenditori, dalle ultime esperienze dolorose potrebbe nascere Pasini non deve preoccuparsi delle contestazioni dei tifosi contestano, deve andare avanti. È una bella opportunità.
Torneresti a Brescia?
Sì, io tornerei! In passato l’ho fatto in un momento di difficoltà. Credo di essere una persona discretamente leale, quindi se già l’ho fatto una volta potrei farlo anche una seconda volta. Anche adesso!
