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Padernello
di SERGIO ARRIGOTTI 30 lug 2015 00:00

5 milioni di alberi per salvare la Bassa bresciana dall'inquinamento

Da novembre partirà un nuovo progetto di Legambiente per ridare ossigeno alla Bassa bresciana. La risposta all'aumento del consumo del suolo sarà data dalla piantumazione di 5 milioni di alberi che faranno da filtro naturale all'inquinamento ambientale e acustico

Il consumo del suolo è avanzato in Italia in maniera rapidissima negli ultimi anni. 8 mq al secondo certifica l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (Ispra) che ne ha analizzato l’andamento. Solo tra il 2009 e il 2012 sono stati ricoperti di cemento 720 chilometri quadrati di terreno. Le regioni più cementificate: Lombardia e Veneto.

Secondo Ispra non è l’edilizia la principale responsabile. Sono le infrastrutture lineari a pesare molto, dalle grandi autostrade, alle piccole strade passando per l’alta velocità. Tutto questo ha effetti devastanti sul clima. “Per evitare che le conseguenze del surriscaldamento climatico non assumano nei prossimi anni dimensioni ancora più nefaste” il Circolo Legambiente della Bassa Bresciana ha elaborato un progetto di riforestazione della pianura bresciana che prevede la piantumazione di 5 milioni di alberi in quattro anni da sistemare ai bordi delle strade. Tutte, dalle autostrade alle piste ciclopedonali. “Verrebbe creato un ecosistema multifunzionale in grado di svolgere le funzioni di filtro barriera per captazione di polveri, metalli pesanti, rumore” spiega il gruppo di lavoro composto da Gabriele Pellegrini, Roberto Feroldi e Davide Tocchetto.

Il modello è quello del “Bosco di Emilio”: quattromila alberi piantati in un’area di 40 mila metri quadrati tra Scarpizzolo e Barbariga, diventati in 20 anni alberi solidi e maestosi. Legambiente ha elaborato la riforestazione che prevede la piantumazione di 1 milione di alberi e arbusti autoctoni subito (500mila in autunno, altrettanti ad inizio primavera), per raggiungere entro la primavera 2019 i 5 milioni di alberi. Il progetto è economicamente vantaggioso: “Va realizzato in un’ottica economica di investimento per la produzione di biomassa legnosa, che a partire dai 6 anni dall'impianto verrà prelevata per essere usata come combustibile in piccole centrali termoelettriche o come legno da ardere”. E non ruberà terra all'agricoltura.

“Le aree utilizzate saranno quelle residuali, incolte, i confini interpoderali di fossi, e canali, quelle di contorno degli allevamenti o per schermatura visiva nelle zone artigianali, industriali, residenziali e sportive”. La sfida è il finanziamento del progetto. Si tratta di convincere e raccordare Concessionario Autostradale, proprietari dei fondi, Comuni, Provincia, Regione, Ministero dell’Ambiente, Comunità Europea e Arpa e Asl preposti alla tutela della salute e dell’ambiente. I prossimi passaggi? “A settembre 2015 organizzeremo un incontro nella Bassa, probabilmente a Padernello, per illustrare nel merito la nostra proposta. E a novembre partirà la riforestazione della pianura”.
SERGIO ARRIGOTTI 30 lug 2015 00:00