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Capo di Ponte
di GIUSEPPE ARRIGHETTI 20 ott 2015 00:00

I 10 anni del parco archeologico

Il parco archeologico comunale di Seradina-Bedolina a Capo di Ponte ha spento 10 candeline: venne aperto nel 2005 per offrire uno spazio culturale di carattere scientifico ed educativo a servizio delle comunità, e per conservare e valorizzare le incisioni rupestri in esso contenute

In questi dieci anni non sono mancati gli attriti con l’altro parco di Capo di Ponte, quello nazionale di Naquane, gestito dal Ministero per i beni culturali tramite la sua Soprintendenza regionale: ultimamente però le due realtà sembrano viaggiare in sintonia, a tutto vantaggio di chi vuole conoscere le incisioni camune che a Seradina-Bedolina non mancano. Il patrimonio del parco comunale è costituito da 240 rocce istoriate che si estendono per una superficie di oltre 60mila metri quadrati. Le scoperte più recenti riguardano la “roccia 12”: la superficie, nota fin dal 1932, non era mai stata integralmente rilevata a causa della sua notevole estensione (400 metri quadrati) e a causa dell’eccezionale numero di incisioni presenti (circa 1.500).

Lo studio è stato coordinato da Alberto Marretta, direttore scientifico del parco di Seradina e Bedolina, che riassume quanto emerso: “Su questa roccia si trova espresso con estremo dettaglio l’immaginario ideologico della classe dominante locale del I millennio avanti Cristo, l’età del Ferro: ci sono scene corali di caccia a grandi cervi solari, è presente un elevatissimo numero di arcieri, sono raffigurati scene di aratura e duelli. Tutto ciò suggerisce che, per la prima e unica volta nell’arte rupestre camuna, siamo di fronte non solo ad una vera e propria narrazione che va oltre la singola scena, ma anche ad una delle più antiche forme di narrazione figurata dell’intera Europa continentale”.
GIUSEPPE ARRIGHETTI 20 ott 2015 00:00