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Brescia
28 ago 2015 00:00

"Un umano rinnovato, per abitare la terra"

L'1 settembre è in programma la 10ª Giornata per la custodia del creato. La Chiesa deve saper uscire da ambiti ristretti, per assumere il creato come orizzonte della propria missione e della propria cura; deve educare – con parole, gesti e comportamenti – a stili di vita sobri e sostenibili, amanti della giustizia

"Un umano rinnovato, per abitare la terra”. È il titolo del messaggio per la 10ª Giornata per la custodia del creato in programma il 1° settembre. Quest’anno, a dare un particolare significato alla Giornata per la custodia del creato, convergono tanti elementi, a partire dall'enciclica Laudato si’. Assume poi un forte rilievo il 5° Convegno ecclesiale nazionale (“In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo”) in programma a Firenze in novembre, così come il Giubileo della misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015. Uno sguardo credente cercherà di cogliere nei momenti evidenziati i legami che lo Spirito intesse, con una lettura in profondità dei segni dei tempi, secondo l’indicazione formulata proprio 50 anni fa dalla Costituzione conciliare Gaudium et spes. La Cei vuole riscoprire in questo Messaggio una “sapienza dell’umano”, capace di amare la terra, per abitarla con sobria leggerezza. L’orizzonte del Convegno ecclesiale di Firenze orienta la Chiesa italiana a una rinnovata meditazione dello stile di umanità che scaturisce dalla contemplazione di Gesù. La creazione appare come spazio da abitare nella pace. L’esperienza di tante generazioni credenti si fa così invito, perché impariamo anche oggi a vivere in tale orizzonte la nostra umanità, abitando la terra con una sapienza capace di custodirla come casa della famiglia umana, per questa e per le prossime generazioni.

Emerge una forte istanza di giustizia, per superare con decisione un sistema economico che non si cura dei soggetti più fragili, ma anche una profonda esigenza di ripensamento dei nostri stili di vita. Mossi da una spiritualità orientata alla “conversione ecologica”, essi dovranno essere leggeri, orientati alla giustizia e sostenibili sul piano personale, familiare e comunitario. Occorre tornare ad apprendere cosa significhi sobrietà, ripensando i nostri stili alimentari, privilegiando, ad esempio, le produzioni locali e quelle che provengono da processi rispettosi della terra. Strettamente connessa a tale questione è la difficoltà a garantire il diritto al cibo in un tempo di instabilità climatica crescente. Sempre più spesso eventi metereologici estremi devastano la terra e la vita delle persone. Siamo invitati a quella “responsabilità di proteggere” che impegna le Nazioni a un’azione condivisa per contenere le emissioni che modificano il clima e riscaldano il pianeta. È “urgente e impellente lo sviluppo di politiche” affinché “nei prossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile”.

Il 2015 vedrà un appuntamento fondamentale in tal senso: la Conferenza delle Parti (COP 21), che si terrà a Parigi per definire il quadro di riferimento per la tutela del clima nei prossimi anni. La comunità internazionale è chiamata a raggiungere accordi vincolanti, capaci di limitare l’entità del mutamento, condividendo impegni e rischi secondo giustizia. Vorremmo richiamare, in particolare, l’esigenza di un forte impegno del Governo italiano, per un accordo di alto profilo, che garantisca un futuro sostenibile al clima planetario. Contribuire a tale impegno significherà anche per l’Italia rafforzare la sostenibilità dell’economia, privilegiando sempre più le energie rinnovabili e potenziando l’ecoefficienza, offrendo così anche nuove opportunità di lavoro. La Chiesa italiana si sente profondamente coinvolta in tale impegno.

Alcune indicazioni arrivano da una ripresa delle “cinque vie” proposte dalla traccia per il Convegno ecclesiale di Firenze. Leggendole in relazione alla Giornata per la custodia del creato, si scopre l’invito a essere: una Chiesa che sa uscire da ambiti ristretti, per assumere il creato come orizzonte della propria missione e della propria cura; una Chiesa che sa annunciare il Vangelo, come buona novella per l’intera creazione, come orientamento ad un umano capace di coltivarla in modo creativo e rispettoso; una Chiesa che abita la terra, come sentinella, custodendone la bellezza e la vivibilità, contro tante forme di sfruttamento rapace ed insostenibile, contro le diverse forme di illegalità ambientale; una Chiesa che educa – con parole, gesti e comportamenti – a stili di vita sobri e sostenibili, amanti della giustizia e allergici alla corruzione; una Chiesa che trasfigura il creato, celebrando il Creatore e facendo memoria del suo dono nell'eucaristia.
28 ago 2015 00:00