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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 07 giu 2018 09:31

Accogliere in territorio

Da settembre in un’ala in disuso dell’oratorio di S. Giovanna Antida nel quartiere Abba verranno realizzate cinque unità abitative per persone in condizioni di difficoltà economica e sociale

Accoglienza abitativa, opportunità occupazionali e accompagnamento all’autonomia sono le fondamenta del progetto “Accogliere in territorio” che verrà realizzato attraverso la riqualificazione di un’ala in disuso dell’oratorio della parrocchia di S. Giovanna Antida nel quartiere Abba. “Si è pensato con il Consiglio pastorale di mettere questi spazi a disposizione della comunità, delle persone in difficoltà economica o sociale”, ha sottolineato il parroco, don Gianluca Gerbino.

“La Fondazione Azimut – ha continuato – si è offerta di sistemare con fondi propri quell’ala per ricavare un contesto abitativo”. Il progetto, che prenderà il via nei prossimi giorni (l’ammontare totale è di 300mila euro), prevede infatti la realizzazione di cinque unità di co-housing caratterizzate da spazi comuni che favoriscano la comunicazione, sperimentando forme di condivisione abitativa, mantenendo un concetto di “temporaneità”. L’altro protagonista di questa opera-segno è la cooperativa Il Calabrone. Nel loro percorso di ricerca dell’autonomia perduta gli ospiti saranno infatti accompagnati dagli educatori della cooperativa. “Il contesto in cui viviamo è in forte trasformazione e siamo in presenza di un ampliamento delle aree di povertà e marginalità. Nuove categorie di persone si trovano a sperimentare crisi profonde, a mettere in atto comportamenti devianti o a cercare forme di compensazione che aggravano, anziché risolvere, la loro condizione personale e la loro vita di relazione”. Persone in condizioni di fragilità che necessitano di essere instradate verso un reinserimento sociale, madri sole, padri separati, come anche studenti in cerca di un alloggio, troveranno così accoglienza, per un determinato periodo di tempo, negli spazi oratoriani.

Proprio la collocazione all’interno della parrocchia escluderà la presenza di “situazioni borderline” difficilmente gestibili in tale contesto. “Non sarà un dormitorio come non sarà una realtà isolata – ha sottolineato don Gianluca –. Cercheremo di inserire gli ospiti nella comunità con il supporto di alcuni volontari dell’Unità pastorale”. L’iniziativa che mette in campo la parrocchia di S. Giovanna Antida, grazie alla Fondazione Azimut e al servizio della cooperativa Il Calabrone, è di carattere preminentemente abitativo. Se da un lato, infatti, l’obiettivo principale è l’accoglienza, dall’altro, di concerto con i Servizi sociali e altre realtà, verranno attivati diversi percorsi, anche occupazionali, a seconda delle necessità degli ospiti. “Se non ci saranno intoppi – ha chiosato il parroco – già da settembre il progetto entrerà nella fase operativa”.

ROMANO GUATTA CALDINI 07 giu 2018 09:31