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Brescia
15 set 2025 09:56

Alzheimer: nuove prospettive per la terapia

Il 21 settembre si celebra la Giornata Mondiale dell'Alzheimer. La demenza non è una sola e mai come oggi bisogna lavorare su diagnosi precoce e terapia personalizzata» spiega la professoressa Barbara Borroni, che da inizio anno dirige la Struttura Complessa “Riabilitazione del Decadimento Cognitivo e Demenze” all’ IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, è responsabile delle attività di ricerca sulle demenze presso l’IRCCS, ed è Professore Associato di neurologia all’Università di Brescia. "Negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi importanti nel trattamento dell'Alzheimer. Tra le novità più promettenti ci sono gli anticorpi monoclonali, presto disponibili in Italia; si aprono prospettive interessanti anche per altre forme di demenza, come la demenza frontotemporale (FTD), soprattutto nelle forme genetiche. Accanto alle terapie approvate, un ruolo crescente è svolto dai trattamenti sperimentali, resi possibili dalle tecnologie innovative e da una rete di ricerca avanzata. L’IRCCS partecipa attivamente attraverso la Clinical Trial Unit, che coordina e gestisce sperimentazioni farmacologiche e non farmacologiche, come le tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva, approcci con risultati incoraggianti.

All’interno dei Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) dell’IRCCS sono stati sviluppati ambulatori dedicati alle diverse forme di demenza, come la demenza frontotemporale (FTD) o la demenza a corpi di Lewy (DLB), oltre a quelli per la malattia di Alzheimer. «L’idea è costruire un’offerta di cura “tailored”, cioè su misura, disegnata intorno alle esigenze specifiche di ogni persona e della sua famiglia – dichiara. "Un interesse particolare che ho maturato durante la specializzazione in neurologia presso l’Università di Cambridge e poi al Queen Square Hospital di Londra, riguarda le forme genetiche di demenza, spesso a esordio giovanile, per le quali qui a Brescia, oggi, abbiamo un ambulatorio dedicato. In questi casi, una diagnosi precoce può fare la differenza anche per accedere in tempo a trattamenti sperimentali mirati, che si stanno sviluppando con crescente rapidità. Investire in diagnosi precoce, in percorsi specializzati e nella personalizzazione delle cure è necessario per migliorare l’assistenza al malato" aggiunge Borroni

Le ricerche dell’IRCCS nel campo delle demenze puntano a comprendere le basi biologiche e molecolari dei processi neurodegenerativi, ma al contempo sviluppare strumenti diagnostici precoci e identificare nuovi target terapeutici: "Questo approccio permette non solo di anticipare la diagnosi, ma anche di aprire nuove prospettive terapeutiche. Un ulteriore elemento innovativo all’interno dell’Istituto è rappresentato dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale per l’analisi avanzata dei dati clinici e biologici. Questa tecnologia consente di rivalutare grandi moli di dati già raccolti, individuando pattern, correlazioni e traiettorie cliniche che sarebbero difficilmente rilevabili con metodi tradizionali. Cosa importante è che tutto ciò è reso possibile grazie a una crescente capacità attrattiva di finanziamenti competitivi, sia nazionali che internazionali – tra cui quelli del PNRR e di bandi europei – molti dei quali ottenuti da giovani ricercatori" commenta.

Un ambito particolarmente delicato è quello dei pazienti che presentano disturbi cognitivi associati a malattie psichiatriche per i quali il quadro clinico è complesso: i sintomi si sovrappongono, si confondono, e si rischia di ritardare la diagnosi. L’Irccs ha messo in atto un approccio multidisciplinare dove neurologi, geriatri e psichiatri lavorano insieme, integrando competenze e punti di vista. Questa collaborazione permette di valutare in modo completo ogni caso, per arrivare a una diagnosi più accurata e quindi a un trattamento più efficace. Borroni ricorda infine che «la demenza non colpisce solo la persona malata, ma coinvolge profondamente l’intera famiglia. Per questo l’attenzione dell’Istituto è rivolta anche ai caregiver attraverso gruppi di supporto, percorsi formativi e interventi mirati per sostenere il loro benessere psicologico ed emotivo. La ricerca sta inoltre esplorando nuove modalità per migliorare il caregiving, come l’utilizzo della realtà virtuale per simulare situazioni quotidiane e aiutare i caregiver a sviluppare strategie efficaci e meno stressanti.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, il messaggio che arriva dall’Irccs Fatebenefratelli di Brescia è chiaro: diagnosi precoce, ricerca innovativa e cure personalizzate sono le strade da percorrere per dare risposte concrete alle persone con demenza e alle loro famiglie.

15 set 2025 09:56