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Brescia
di VIVIANA FILIPPINI 25 nov 2023 08:17

Casa Betel: un porto sicuro

Aumentano le donne sempre più giovani, con un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, che hanno subito violenze o traumi

Sono più di mille le donne che negli anni hanno potuto beneficiare dell’aiuto e dell’assistenza di “Casa Betel”, nata per la volontà della Diocesi di Brescia in occasione dell’anno del Giubileo del 2000. Fin da subito, l’ente si è posto come un segno concreto e importante di aiuto e carità al prossimo. “Casa Betel” ha al centro la solidarietà sociale in ambito educativo e socio-assistenziale, pensata in un’ottica cristiana che prende spunto dalla tutela dei diritti umani delle persone vittime di sfruttamento. Per tale ragione, l’ente è diventato un punto di riferimento importante per le donne che si trovano in grave situazione di disagio esistenziale, che sono vittime della tratta e di violenze. Oggi, sono sei gli operatori che si occupano delle donne, prestando loro assistenza e sostegno psicologico per aiutarle a riacquisire fiducia in sé, nel prossimo e ricominciare a vivere. Fondamentale è la collaborazione con il territorio, con enti come i Comuni e non solo, che permette di individuare le persone che necessitano di assistenza. Per la Comunità di vita, i posti residenziale per le donne sono 15, per le vittime della tratta sono due e poi c’è l’aiuto a quelle vittime di violenza individuate grazie alla collaborazione con la rete dei cinque centri antiviolenza presenti in provincia, attivi in un monitoraggio costante. “Sono davvero tante le donne italiane e straniere che abbiamo potuto sostenere in questi 23 anni – sono le parole di Francesca Gotti, coordinatrice di ‘Casa Betel’ –. Quello che però abbiamo notato negli ultimi anni, e che fa riflettere, è stato l’aumento della presenza e complessità di casi di donne sempre più giovani, con un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, che hanno un vissuto di situazioni di difficoltà psichiche e fisiche gravi, a causa dei traumi o di violenze subite”.

Sono due gli step che “Casa Betel” utilizza per aiutare le donne. Il primo è la dimensione educativa, grazie alla quale vengono creati percorsi personalizzati in base alla situazione della donna, e l’altro è quello socio-culturale, con laboratori di espressività teatrale, che permettono alle partecipanti di esprimersi liberamente a livello fisico e, allo stesso tempo, di esternare sentimenti non sempre facili da comunicare a voce e parole. Prevenire, curare e sostenere sono i cardini dell’associazione, che mette a disposizione ambienti dove trovare riparo per recuperare un po’ di sicurezza e poter cominciare un percorso di ricostruzione della propria identità e di rielaborazione delle esperienze vissute, in un cammino che ha come fine il raggiungimento dell’autonomia. Tra le diverse realtà che “Casa Betel” segue dal punto di vista gestionale si ricordino la Comunità di Vita, la mensa “Madre Eugenia Menni” e l’emergenza del freddo dedicata al mondo femminile attraverso “Sorella Lucia Ripamonti”. Mentre il rifugio Caritas per l’emergenza del freddo maschile “E lo avvolse in fasce” è seguita dalla cooperativa Kemay.

VIVIANA FILIPPINI 25 nov 2023 08:17