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Brescia
di GIUSEPPE BELLERI 27 set 2019 11:20

Essere carità bresciana

La generosità dei bresciani non è mai difettata in questi anni; invece è mancato il ricambio generazionale. L’intervista a Costanzo Lunardi

“Quando iniziammo nel 1993 – ci ha raccontato Costanzo Lunardini – eravamo un gruppo di giovani desiderosi di dare una mano a chi, soprattutto in altre nazioni, stava peggio di noi. Per alcuni anni come ‘Essere carità bresciana’ abbiamo appoggiato i Padri Gesuiti che in Albania avevano dei convitti dove ospitavano le ragazze che scendevano dalle montagne: venivamo accolti, come fossimo degli zii o dei genitori, dalle simpatiche studentesse che con sgargianti vestiti tipici della loro etnia ci festeggiavano con canti e danze tradizionali. Portavamo loro medicinali, generi alimentari, vestiario, oggetti d’arredamento e tecnologici. I viaggi erano frequenti, ogni 15 giorni: anche se molto del materiale era “scartato” dai vari benefattori c’era volontà da parte di molti di “dare il superfluo ai poveri” cosi come ci suggerisce Gesù nel Vangelo.

Dopo l’Albania, sparsa la voce ed aumentato non solo il superfluo ma anche il necessario che veniva donato sempre di più, siamo sbarcati anche in Lituania, Ucraina, Romania, Moldavia. Poi anche dall’Africa abbiamo accolto alcune richiese di aiuto ed ogni tanto mandavamo un container anche in Senegal, Ciad, Benin, Costa d’Avorio… Siamo, infine, andati anche oltre oceano in America Latina. A distribuire il materiale da noi inviato ci sono degli affidabili referenti locali, laici e religiosi, che pensano all’equa distribuzione”.

Pilastri. Il nome che l’associazione si è scelto esprime i tre pilastri che ne caratterizzano l’azione: la Carità, ben descritta da San Paolo; l’Essere, inteso come modo di concepire la vita in netta contrapposizione con l’apparire e la Brescianità, quale radice culturale impregnata di concretezza, di impegno e laboriosità della quale fare tesoro nell’incontro con il disagio. Il messaggio promulgato dall’Associazione è semplice, ossia che è possibile aiutare un numero consistente di persone che vivono nella povertà estrema con pochi e semplici attenzioni: evitando gli sprechi e le spese inutili; facendo una dieta salutare; risparmiando denaro; offrendo alcune ore del nostro tempo a favore di attività benefiche. Perché l’atto materiale di accumulare e spedire beni di prima necessità (a cui si accompagna la promozione sociale e il sostegno per le necessità sanitarie) risponde a un progetto tracciato con indelebile e sufficiente chiarezza nel Vangelo: “...avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato”. La generosità dei bresciani non è mai difettata in questi anni; invece è mancato il ricambio generazionale: i giovani impegnati a trovarsi una stabile occupazione oppure in “altre faccende affaccendati” - così come poetava il Giusti - non hanno accolto l’appello alla generosità e siamo stati costretti a chiudere il magazzino di Castenedolo; le nostre vecchie, doloranti schiene e spalle non ce la fanno più. Attendiamo fiduciosi l’arrivo di alcuni giovani volonterosi. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito: www.esserecaritàbresciana.it.

GIUSEPPE BELLERI 27 set 2019 11:20