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Brescia
30 ott 2025 17:24

Festival della Pace, Opal: rammarico per Molinari.

La replica di Roberto Rossini, presidente del Consiglio comunale di Brescia e presidente del Comitato scientifico del Festival della Pace

Nei più attenti conoscitori delle dinamiche comunicative aveva destato non poche perplessità la presenza del giornalista Maurizio Molinari al Festival della Pace (7-23 novembre) di Brescia. 

Anche Opal, l'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere che è parte attiva nella promozione e nella ricerca della pace, ha preso le distanze dall'evento inserito nel ricco calendario cittadino. 

La premessa doverosa, sottolineata da Opal, è che il Festival della Pace di Brescia propone anche in questa edizione "iniziative di grande interesse e significato per la costruzione della cultura della pace e della nonviolenza, del dialogo, della diplomazia, del disarmo e del ripudio della guerra come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali. In questo contesto la presenza in una serata del giornalista Maurizio Molinari per promuovere, attraverso un’intervista, il suo ultimo libro solleva diversi interrogativi".

Sotto accusa le dichiarazioni di Molinari su Gaza e più in generale un linguaggio bellicistico sdoganato dai maggiori quotidiani nazionali. "Nei mesi scorsi Molinari ha esternato accuse infamanti e infondate nei confronti della Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, con un attacco personale dal linguaggio violento e denigratorio. A seguito di questi fatti, lo scorso settembre il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Lazio ha decretato una 'censura' nei confronti di Molinari 'per violazioni della deontologia professionale' . Inoltre, Molinari ha affermato, in relazione a ciò che è successo a Gaza, che parlare di pulizia etnica e di genocidio significa sostenere una 'bugia' che genera odio e che 'non ha alcun fondamento fattuale'. Al riguardo va invece ricordato che lo scorso settembre la presidente della Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, Navi Pillay, presentando il rapporto della Commissione al Consiglio di Sicurezza ha dichiarato: 'Siamo giunti alla conclusione che dall’ottobre 2023 a Gaza si sta verificando un genocidio e che la responsabilità ricade sullo Stato di Israele.
Infine, in una recente trasmissione televisiva Molinari ha detto che se la Global Sumud Flottila – una cinquantina di barche pacifiche e disarmate – fosse entrata in 'acque internazionali' di una 'zona di guerra' avrebbe innescato un conflitto'”.

Netta la posizione di Opal. "Dedicare un’intera serata a Molinari – peraltro l’unica in tutto il programma a non essere presentata da nessuno degli enti e delle associazioni che fanno parte dell’organizzazione del Festival – senza nemmeno un contraddittorio, lede gravemente lo spirito e l’indirizzo del Festival della Pace. La costruzione di una cultura della pace richiede, oltre ad un linguaggio non lesivo della dignità di ogni uomo e ogni donna, anche un metodo che renda fecondo e corretto il dialogo, nonché il confronto tra differenti punti di vista. In questa situazione, e ne siamo fortemente rammaricati, ciò non è accaduto".

Alle perlìplessità di Opal ha replicato Roberto Rossini, presidente del Consiglio comunale di Brescia e presidente del Comitato scientifico del Festival della Pace. Queste le sue parile: "Il Festival della Pace è, da sempre, un luogo di confronto, apertura e ascolto reciproco. L’edizione 2025 è dedicata all’Europa, alle sue sfide e alle sue responsabilità nel costruire un futuro di pace, dialogo e convivenza tra i popoli.Capisco che la presenza di diversi relatori possa suscitare sensibilità e opinioni differenti. Questo, però, non è un limite, è il cuore del lavoro culturale che stiamo portando avanti. Promuovere la pace significa creare spazi in cui idee diverse possano incontrarsi, anche quando non coincidono, nel rispetto dei valori democratici e della dignità di ciascuno.Le scelte del Festival rispondono all’esigenza di garantire un dibattito ampio, serio e pluralista. La diversità delle voci non è un ostacolo, ma una condizione necessaria per capire la complessità del presente e costruire insieme percorsi di pace. Continueremo a sostenere un dialogo aperto, costruttivo e rispettoso. Questo Festival appartiene alla città e ai cittadini ed è con questo spirito inclusivo che proseguiremo il nostro cammino".





30 ott 2025 17:24