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Brescia
di REDAZIONE 26 nov 2018 08:06

Il Bresciano si è tinto di rosso

Moltissime le iniziative che, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, si sono tenute ieri in città e provincia. In questo 2018 sono state più di 100 al mese le richieste di aiuto giunte agli specifici servizi territoriali antiviolenza

uestoAnche il Bresciano ieri si è tinto di rosso per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, a riprova della grande attenzione esistente intorno a un fenomeno che è tutt’altro che marginale. Lo dicono i numeri: sono state 1.103 le donne bresciane che in questo 2018 ormai agli sgoccioli hanno chiesto aiuto ai servizi territoriali antiviolenza. Il 60% di queste richieste di aiuto viene da donne italiane. In oltre il 70% dei casi la violenza arriva dal marito o dal compagno. Cinque sono i centri antiviolenza attivi sul territorio della provincia: la Casa delle donne di Brescia, lo sportello VivaDonna di Gardone Valtrompia e i centri di Darfo, Salò e Palazzolo sull’Oglio, nato dalla collaborazione tra 44 Comuni che fanno capo ai distretti di Palazzolo, Chiari, Iseo e Orzinuovi. I numeri bresciani vanno ad assommarsi a quelli italiani. Le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2017 sono 49.152, di queste 29.227 hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Il numero medio di donne prese in carico dai centri è massimo al Nord-est e minimo al Sud. Il 26,9% delle donne è straniera e il 63,7% ha figli, che sono minorenni in più del 70% dei casi. Lo rileva l’Istat nella prima l’indagine sui servizi offerti dai Centri antiviolenza alle donne vittime, in collaborazione con il Dipartimento per le Pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio, le regioni e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr – Irrps). L’indagine, diffusa in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, è stata effettuata nei mesi di giugno – luglio 2018 e sono stati intervistati 281 centri antiviolenza. Tra questi 253 hanno completato il questionario, di cui si rilasciano i primi dati. Il 68,8% dei centri ha messo a disposizione una reperibilità h24, il 71,1% ha attivato un servizio di segreteria telefonica negli orari di chiusura e il 24,5% possiede un numero verde dedicato. Sono circa 4.400 le operatrici che nel 2017 hanno lavorato nei centri antiviolenza, di queste il 56,1% è stato impegnato esclusivamente in forma volontaria. Le figure professionali che sono maggiormente presenti nei centri, coerentemente con i servizi prestati, sono le avvocate, le psicologhe e le operatrici di accoglienza.

“Diciamo tutti, società civile, istituzioni e associazioni stop alla violenza sulle donne con manifestazioni, dibattiti, confronti e convegni, ma non basta. Occorre un forte movimento etico per rompere la subcultura del ‘possesso’; occorre rompere il silenzio, occorre che le donne non sottovalutino e non tacciano i primi segnali di pericolo per evitare il ‘crescendo’ che porta ad atti irrimediabili”. Lo scrivono in una nota congiunta l’Unione mondiale delle donne cattoliche, Acli, Azione cattolica, Centro italiano femminile, Api-Colf, Confederazione italiana dei Consultori familiari di ispirazione cristiana, il coordinamento nazionale donne Cisl, la Fondazione Beato Federico Ozanam-San Vincenzo De Paoli, in prossimità della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Le nostre associazioni e organizzazioni, da sempre attente all’infanzia e alle donne, fanno appello in occasione della ricorrenza del 25 novembre – continua la nota -, affinché si possa investire maggiore attenzione ed energie nella prevenzione di tutti i fenomeni di violenza, anche quelli che nella famiglia si generano e si alimentano e che si ripercuotono anche sui minori, spesso vittime dirette e passive della stessa violenza”. Le associazioni esprimono la convinzione che “solo un’educazione al rispetto della persona e un lavoro capillare contro ogni stereotipo, insieme ad una politica istituzionale chiara e forte contro la violenza, possono aiutare la nostra società a progredire in umanità”. Dalle associazioni l’impegno a “potenziare il lavoro di rete con tutti gli interlocutori a livello territoriale”. Infine, la richiesta alle istituzioni di “porre a regime tutte le norme di contrasto alla violenza alle donne”.

REDAZIONE 26 nov 2018 08:06