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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 12 mar 2019 08:11

Il Festival Pianistico per San Paolo VI

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Presentato ieri a Milano il concerto straordinario che il Festival dedicherà, il 30 maggio, alla canonizzazione di papa Montini. Al Grande l'Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala diretti da Riccardo Chailly. Saranno eseguita la Missa Papae Pauli che il padre del direttore artistico del teatro milanese compose nel 1964 dopo il viaggio di Paolo VI in Serra Santa e la Sinfonia n.1 di Brahms

Si è tenuta ieri a Palazzo Marino a Milano la conferenza stampa per la presentazione del concerto straordinario per la canonizzazione di Paolo VI inserito nel programma dell’edizione 2019 del Festival Pianistico internazionale di Brescia e Bergamo. Il concerto si terrà giovedì 30 maggio, all’indomani della data stabilita per la memoria liturgica di San Paolo VI, il 29 maggio, presso il Teatro Grande di Brescia e avrà protagonisti d’eccezione come Riccardo Chailly, l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala. Il programma del concerto prevede l’esecuzione della Missa Papae Pauli per coro a sei voci e orchestra composta dal Luciano Chailly, padre dell’attuale direttore artistico della Scala di Milano, e la Sinfonia n°1 di Johannes Brahms.

Come è stato ricordato nel corso della conferenza stampa milanese, la Missa Papae Pauli venne composta da Luciano Chailly nel 1964. Il compositore, padre dell’attuale direttore artistico della Scala, all’epoca fu molto toccato dal pellegrinaggio di Paolo VI in Terra Santa e volle tradurre le emozioni provate nel vedere il primo Papa in cammino nei luoghi di Cristo nella partitura che ebbe la sua prima esecuzione a Parigi nel febbraio del 1967, un mese dopo a Roma con l’Orchestra della Rai. Il 12 aprile del 1967 si tenne un’udienza in Vaticano proprio per consegnargli il nastro della prima registrazione.

Riccardo Chially ha ricordato ancora l’udienza che dopo quell’esecuzione Paolo VI concesse al compositore e alla sua famiglia e la gioia del Papa bresciano nel ricevere in dono la partitura della Missa e la registrazione della prima esecuzione. "Mio padre – ha ricordato -  nel comporre la Missa nel 1964 fu ispirato dal viaggio in Terra Santa di Paolo VI, gli consegnò la prima partitura nell’estate del 1964 a Castel Gandolfo. Ricordo che mio padre che raccontava spesso quanto lo colpì lo sguardo emozionato e commosso degli occhi di Paolo VI nel riceverla e la sua voce attraverso la quale passava tanto del suo carisma La composizione, a differenza delle altre di quel periodo, non sfrutta il linguaggio seriale della dodecafonia ma una scrittura più libera nel suo fluttuare tra atonalità e politonalità. Tratto distintivo è la sua profonda concentrazione spirituale che sprigiona un’espressività sentita, ma al contempo non esibita e nemmeno compiaciuta, per certi versi dolorosa.

Ricordi, aneddoti, emozioni anche nell’intervento di PierCarlo Orizio, direttore del Festival il quale ebbe fin da bambino confidenza con la figura del card. Montini, grazie alla frequentazione abituale, familiare che suo padre, Agostino Orizio, aveva a sua volta, fino a quando, una volta divenuto Papa suonò spesso al pianoforte per lui e diresse concerti. "La musica ancora una volta a servizio di un pensiero alto, questo il senso di questo concerto del 30 maggio” ha concluso Orizio.

Alla conferenza stampa hanno partecipato, con Chailly e Pier Carlo Orizio, il sovrintendente Alla Scala Pereira, i sindaci di Milano e Brescia Giuseppe Sala ed Emilio Del Bono e don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI.

Il concerto straordinario per la Canonizzazione di Paolo VI, il papa bresciano, è promosso dall’Istituto Paolo VI e dal Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, con il sostegno di UBI Banca, Fondazione UBI Banco di Brescia, Fondazione Ubi Cab, Fondazione Banca San Paolo di Brescia, Fondazione della Comunità Bresciana e con il contributo di Comune di Brescia e Regione Lombardia.

MASSIMO VENTURELLI 12 mar 2019 08:11