lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Brescia
di MARIO GAROZNI 11 feb 2020 09:25

Il luogo del martirio

Ascolta

La scoperta del Christian Heritage Center di Brescia di Giuseppe Nardoni, al termine di una ricerca durata oltre un decennio

Non si sa molto della vita dei Santi Faustino e Giovita, patroni della città di Brescia e della diocesi. La loro vita è stata ricostruita dalla “Legenda maior”, che ne “certifica” il martirio tra il 120 e il 134 al tempo dell’imperatore Adriano. La loro morte sarebbe avvenuta, per decapitazione, a Brescia. Una ricerca portata avanti recentemente dal Christian Heritage Center di Brescia di Giuseppe Nardoni consentirebbe, però, di portare un contributo, una nuova luce sul luogo del martirio dei Santi Patroni. “Dopo una ricerca durata oltre dieci anni – afferma Nardoni - siamo arrivati all’individuaizone di Aspes, la ‘contrada dei dolori’ probabile sito della decapitazione dei giovani Faustino e Giovita”.

Il sito corrisponderebbe a un piccolo borgo con vestigia romane, probabile sede di una guarnigione, al confine tra Folzano e il Comune di San Zeno. “La ricerca – continua il fondatore del Christian Heritage Center – ha avuto come traccia tre documenti fondamentali. Il primo è un libro pubblicato dalla Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, in cui, appunto, si stabilisce che furono decapitati nel luogo dove la strada per Cremona devia per Folzano”. Il secondo documento, afferma Nardoni, è la pala dell’altare maggiore della chiesa di Folzano che rappresenta il battesimo dell’imperatore Costantino da parte del Papa San Silvestro.

“Si tratta di un’immagine – continua – che suggerisce una correlazione tra la persecuzione dei cristiani e i loro martiri in un luogo, dove ciò era avvenuto”. Il terzo e ultimo documento su cui si basa la scoperta è un volume pubblicato nel 2017 sulla storia della chiesa parrocchiale di Folzano. Nelle pagine della pubblicazione vengono citati antichi manoscritti in cui compaiono il nome Aspes, “contrada del dolore”, e altre indicazioni straordinariamente significative per circoscrivere il sito. Si riportano di seguito le trascrizioni manoscritte del testo. “Attualmente – continua Giuseppe Nardoni – le ricerche sono focalizzate su reperti archeologici che si possono identificare nel luogo e su possibili cartografie di Brescia ai tempi della presenza romana. Il sito presenta ancora archi, mura e pietre che potrebbero confermare la presenza di una remota guarnigione romana e il possibile del luogo del martirio. Era infatti usanza dei romani di procedere alle varie crocifissioni, decapitazioni fuori dalle mura della città. Aspetto non secondario, poi, è che la via per accedere al sito inizia dal cimitero di San Zeno naviglio e porta proprio il nome di Aspes” .

MARIO GAROZNI 11 feb 2020 09:25