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Brescia
di VITTORIO BERTONI 08 mar 2022 13:39

Il restauro percettivo di Santa Maria in Solario

Santa Maria in Solario "sotto una nuova luce". Grazie al restauro percettivo promosso da Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia e realizzato dall'azienda Rpp, Run Power Plants, con il supporto di sedici Rotary Club bresciani, il prezioso Oratorio situato nel complesso monumentale di Santa Giulia viene riproposto secondo criteri illuminotecnici moderni che valorizzano l’architettura e stupiscono il visitatore con il nitore dei nuovi corpi illuminanti, producendo un effetto magico.

“L’intervento di nuova illuminazione dello splendido Oratorio di Santa Maria in Solario - dichiara la presidente di Fondazione Brescia Musei, Francesca Bazoli - è un ulteriore esempio virtuoso di partnership tra il pubblico e il privato intorno alla valorizzazione del nostro patrimonio. Il risultato conferma l’interesse della comunità d’impresa bresciana a sostenere gli interventi di rinnovamento del patrimonio affinchè i nostri musei e gli spazi espositivi si presentino al meglio per il grande appuntamento della Capitale della Cultura 2023”.

Unico edificio romanico del complesso benedettino di Santa Giulia, edificato in pietra locale tra i due chiostri meridionali del monastero, l’Oratorio era strettamente legato alla vita liturgica delle monache. L’edificio, dalla muratura possente, è articolato in due ambienti: il piano inferiore, utilizzato inizialmente dalle religiose come un vero e proprio oratorio con al centro la Lipsanoteca, è collegato, tramite una ripida scala ricavata nello spessore del muro settentrionale, al piano superiore, un tempo accessibile solo dalla badessa, poi dedicato alla preghiera individuale delle monache, dove spiccano la Croce di Desiderio, il ciclo di affreschi del Ferramola e la volta blu stellata.

“Il restauro percettivo - afferma l'architetto Laura Salvatore Nocivelli, ad di Rpp e curatrice del progetto - è stato frutto di un lungo confronto tra i nostri light designer e gli esperti della Fondazione che, attraverso un continuo processo di sperimentazione in loco per testare varie soluzioni e trovare la giusta tonalità e intensità della luce per illuminare al meglio gli affreschi e tutte le superfici, ha portato al risultato che si può ammirare oggi: una luce morbida che accarezza tutte le pareti, le rende leggibili, mantenendo comunque l’atmosfera di raccoglimento tipica delle architetture sacre, quasi a lume di candela”.

VITTORIO BERTONI 08 mar 2022 13:39