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Brescia
di VITTORIO BERTONI 26 mar 2018 15:06

L'affido, cittadinanza solidale

Che cos'è l'affido se non 'la tua famiglia, più grande'? Condensato in questo slogan c'è la sintesi esperienziale del progetto triennale 'Promuovere e sostenere reti per l'affido famigliare in provincia di Brescia' sviluppato dal Forum del Terzo Settore e condiviso con 11 partner pubblici e 2 del privato sociale

Che cos'è l'affido se non 'la tua famiglia, più grande'? Condensato in questo slogan c'è la sintesi esperienziale del progetto triennale 'Promuovere e sostenere reti per l'affido famigliare in provincia di Brescia' sviluppato dal Forum del Terzo Settore e condiviso con 11 partner pubblici e 2 del privato sociale. Per comprendere l'attualità, le criticità e le prospettive dell'affido e dell'accoglienza di minori nel sistema di welfare si è tenuto nell'Aula Magna dell'Università Cattolica un convegno molto partecipato. “L'affido - spiega Margherita Rocco portavoce del Forum – è una forma di cittadinanza solidale e attiva. In questi tre anni abbiamo compiuto un percorso fatto di sperimentazioni, esperienze, collaborazioni e scambi, in linea con una reale sussidiarietà del vissuto sociale, nel rispetto delle reciproche competenze”.

I risultati più evidenti di questo percorso si possono riassumere in quattro punti cardinali. Primo: la fotografia della situazione di partenza. “Al suo avvio nel 2015, il progetto si è proposto di approfondire lo 'status quo' del sistema affido a livello provinciale. La nomina di un comitato scientifico ha favorito l'incontro e lo scambio tra le reti pubbliche e private. Il comitato ha incontrato gli operatori degli enti partner per comprendere procedure, esperienze e prospettive. Ne è scaturito un documento finale che racconta il progetto e 14 prassi realizzate dai partner”. Secondo: la definizione e l'adozione di strumenti condivisi. “Per favorire il processo di conoscenza è stata realizzata una banca dati provinciale 'unica' che censisce 16 enti accreditati, 202 famiglie, di cui 53 disponibili e 157 affidi”. Terzo: investimento in strumenti di comunicazione e attività di sensibilizzazione comuni e a supporto della rete, per promuovere una cultura dell'accoglienza e del mutuo aiuto. “Il sito internet, le newsletter, i profili social, i video testimoniano quanto è stato fatto. Una grande risposta è venuta dal pubblico che abbiamo coinvolto con le giornate provinciali, gli eventi locali e i banchetti promozionali”. Quarto: fase di monitoraggio, intesa non come un controllo continuo, ma come un processo di osservazione costante al fine di supportare l'attuazione delle azioni scelte dai partner. “Per promuovere la sperimentazione e il rafforzamento di prassi abbiamo messo in campo 7 diverse tipologie di intervento con famiglie affidatarie, famiglie di origine e minori”. Cose resta ora da fare? “Ci sono temi da portare avanti – conclude Rocco - legati alla cronicizzazione della presa in carico di minori e al rapporto con le famiglie naturali. Questo convegno rappresenta una occasione di bilancio, ma anche di rilancio di una nuova fase costruttiva e condivisa. Dobbiamo dare continuità al tavolo di lavoro per essere un riferimento a livello provinciale”.

VITTORIO BERTONI 26 mar 2018 15:06