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Cellatica
di LUCIANO FEBBRARI 03 ago 2018 13:00

Per il gioco di squadra

Mons. Claudio Paganini, classe 1958 e ordinato nel 1986, è originario della parrocchia di Orzinuovi. E' stato nominato parroco di Cellatica

“L’annuncio della mia nuova nomina mi raggiunge a Nazareth, in Terra Santa. In questo luogo avvenne l’annuncio a Maria della nascita di Gesù. Solo tornando all’esperienza del Vangelo troviamo quello che è importante e che è essenziale”. Così, al telefono e al termine di una giornata del pellegrinaggio, mons. Claudio Paganini inizia la sua intervista nella quale si racconta alla nuova comunità di Cellatica. Don Claudio ha incominciato il suo ministero a Urago Mella (1986-1999), poi ha guidato l’Ufficio Oratori e Pastorale Giovanile dal 1999 al 2006. Dal 2006 al 2012 ha ricoperto l’incarico di consulente ecclesiastico nazionale del Csi. Ritornato a Brescia, dal 2012 al 2017 è stato parroco del Buon Pastore in città. Dal 2017 è curato al Buon Pastore, a San Francesco Da Paola e a Santo Stefano. Lo sport è una sua grande passione: dal 1999 è assistente spirituale del Brescia Calcio e nel 2012 è stato scelto come delegato vescovile per la pastorale degli sportivi. E lo sport ritorna spesso anche in queste righe come metafora della vita, anche della vita cristiana.

Cosa ha imparato in questi anni di sacerdozio?

In questi anni ho imparato quanto sia importante mettere il Vangelo al centro del nostro percorso pastorale. È un po’ come tornare ai fondamentali del mondo sportivo: il Vangelo è l’abc, il Vangelo è ciò che caratterizza un credente e lo rende capace di scelte grandi e coraggiose. Nella mia esperienza pastorale ho percorso e vissuto quasi tutti i ministeri per un sacerdote: curato, parroco, un incarico diocesano e uno nazionale. Questo mi rende temprato e conoscitore delle esigenze umane e pastorali. Percorrere la strada con gli sportivi mi ha reso maggiormente attento a quello che può maturare e crescere camminando con le persone. A un ragazzo che pratica sport insegni l’allenamento, il gioco di squadra, il sacrificio e la collaborazione in vista di un bene comune. E questo è applicabile anche al mondo ecclesiale e religioso. I fondamentali sono la preghiera, la Parola di Dio, il servizio alla comunità, il cammino dentro una Chiesa, l’essere testimone autentico del Vangelo.

Sport e fede sono un binomio troppo spesso sottovalutato...

Quando un giovane mette in parallelo lo sport e la fede, impara a essere un buon credente, perché il risultato, il successo, è comprendere e vivere ciò che Dio ci comanda.

Quali saranno le sue attenzioni pastorali?

Mi colpisce come la parrocchia di Cellatica sia dedicata a San Giorgio, lo stesso patrono della città di Orzinuovi, un Santo che combatte e difende contro il maligno coloro che ama. In questo tempo vanno difesi i valori, le persone amate e le comunità. Bisogna mettersi nell’ottica di non stare a guardare, di non essere semplicemente spettatori, ma protagonisti, come San Giorgio, nel combattere la buona battaglia come direbbe San Paolo, correndo per raggiungere il successo e la vittoria.

C’è un versetto del Vangelo che l’ha accompagnata?

Nel Vangelo c’è un versetto che mi ha sempre affascinato: Dio è amore. Indica un’essenza e per noi uno stile di vita. Chi ama dà tutto. Chi ama, si muove con entusiasmo. Chi ama, sa perdonare. Chi ama, sa essere paziente. Dio è amore perché il suo messaggio non è un messaggio per l’intelletto ma per la vita quotidiana. Nel mio nuovo cammino a Cellatica l’amore che Dio ci insegna deve diventare la molla per la quale spendo la mia vita, condivido un servizio, cammino insieme pazientemente verso il traguardo che Dio ha pensato per noi tutti. Insieme come un vero gioco di squadra.

Quale augurio si sente di fare alla sua nuova comunità?

Vorrei tanto che la comunità di Cellatica condividesse l’esperienza di un gruppo sportivo, un gruppo sportivo che riesce a condividere i diversi doni e carismi. Non occorre essere tutti uguali. In campo non servono 11 portieri. Ognuno ha un ruolo diverso. Tutti devono, però, collaborare come una vera squadra per raggiungere quel traguardo che Dio ci ha promesso.

LUCIANO FEBBRARI 03 ago 2018 13:00