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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 15 nov 2018 13:22

Prima di tutto un sacerdote

Il 23 novembre ricorre il 40° della morte del “Muratore di Dio”, padre Marcolini. Presentazioni librarie, convegni, celebrazioni, concerti e teatro in memoria del padre filippino dell’Oratorio della Pace sino a domenica 25

Non si può delineare il quadro completo del cattolicesimo bresciano senza la figura di Ottorino Marcolini. Dotato di un’intelligenza fuori dal comune, il padre filippino ha segnato indelebilmente, con le sue opere, la vita della città. Un’azione, quella del “Muratore di Dio”, che negli anni è andata irradiandosi dall’oratorio della Pace, un luogo che ha visto intrecciarsi le esistenze di personalità come San Paolo VI, il card. Bevilacqua, il vescovo Manziana, padre Caresana e padre Carli. L’ultimo testimone di quell’epopea della Chiesa bresciana è p. Giulio Cittadini. In occasione del 40° della morte di padre Marcolini (23 novembre 1978), la fondazione a lui dedicata organizza, dal 23 al 25 novembre, una serie di iniziative e celebrazioni per ricordarne la figura e l’operato, a cominciare dall’impegno profuso nell’emergenza abitativa nell’Italia del dopoguerra e nel successivo boom economico, soprattutto nel Bresciano. Niente immensi condomini anonimi, ma piccole case inserite in contesti più ampi per le schiere di lavoratori che dalle campagne si riversavano in città alla ricerca di un’occupazione. Nacquero così i villaggi Marcolini: nel 1954 sorge il Violino, l’anno seguente è la volta della Badia, nel 1958 nasce il Prealpino, e nel 1960 il Sereno. Quel modello di urbanistica ha fatto scuola in tutta Italia. Laureato in ingegneria, insegnante, già direttore dell’Officina del Gas, assistente della Federazione universitaria cattolica italiana e della Società San Vincenzo De’ Paoli, p. Marcolini fu cappellano militare in Russia e internato nei campi di concentramento in Germania. Ideatore delle “Bande irregolari marcoliniane” che permisero a tanti giovani con poche lire in tasca di passare le ferie fra le vette montane, fondatore della cooperativa edilizia “La Famiglia” e promotore dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti, il sacerdote della Pace, personalità poliedrica, si staglia nella storia della Chiesa come fulgido esempio di apostolato sociale, come sottolinea in questa intervista il presidente della Fondazione padre Marcolini, Francesco Maltempi.

Cosa rappresenta, per Brescia, la figura di padre Marcolini?

È stato innanzitutto un sacerdote. Nell’immediato dopoguerra, nel tempo della ricostruzione, coniò il motto “Lavoro, casa e famiglia”. Per Brescia rappresenta un unicum. Marcolini realizzò 30mila abitazioni per altrettante famiglie, circa 120mila abitanti. Solo a Brescia se contano 8mila, mentre in provincia sono 15mila. In termini quantitativi è come se avesse costruito una città. Con la sua opera fornì un’abitazione alle migliaia di persone che dalle campagne si spostavano a Brescia in cerca di un’occupazione nelle aziende cittadine. Si pensi all’Om, alla Breda… Tutte le sue iniziative nacquero dall’amore verso i fratelli in difficoltà. Dove sorsero i suoi villaggi, padre Marcolini fece anche in modo di dare lavoro ai tanti disoccupati, attraverso la costituzione di cooperative, dando così la possibilità a tutti di crearsi una famiglia.

Paolo VI, a cavallo degli anni Sessanta, lo sollecitò a costruire delle abitazioni per gli sfollati di Ariccia...

San Paolo VI era molto legato a padre Marcolini, un sentimento ovviamente ricambiato. Il Pontefice bresciano lo sollecitò affinché realizzasse delle abitazioni per i senza tetto, persone che spesso non avevano neanche un tugurio in cui abitare. Ad Ariccia padre Marcolini realizzò il villaggio Paolo VI, costruendo 99 abitazioni. Un’operazione analoga venne realizzata a Brescia in via Chiusure.

Alle celebrazioni parteciperà anche Giuseppe Tonino, 92enne di Buja, dove Marcolini costruì il villaggio Brescia a seguito del terremoto del 1976.

Anche in questo frangente padre Marcolini si trovò in prima linea. Promosse una campagna fondi a favore dei terremotati. Con Franco Maestrini e Franco Solina partì alla volta del Friuli, per rendersi conto delle necessità della popolazione, costruendo, in primis, i prefabbricati così da tamponare l’emergenza abitativa in attesa della ricostruzione vera e propria. Giuseppe Tonino è uno dei pochissimi testimoni di allora. Sarà fra noi per raccontare l’immensa generosità di padre Marcolini.

A2A ha deciso di installare un busto di Marcolini, a ricordo di colui che fu antesignano dell’azienda. Che valore ha questo riconoscimento?

Nel 40° della morte viene “riportato” nuovamente nel suo luogo di lavoro, all’interno della sede di A2A. L’azienda riconosce a questo bresciano illustre, a questo sacerdote, un posto di primaria importanza nella sua storia.


Il programma

È un fitto calendario di appuntamenti quello approntato dalla Fondazione padre Marcolini in occasione del 40° della morte del sacerdote della Pace. Il 23 novembre alle 10.30 a palazzo Loggia è prevista la presentazione del libro “Ottorino Marcolini - Quaderni - appuntamenti e riflessioni personali” a cura di G.C. Melzani. Nell’occasione interverranno, coordinati da Tonino Zana, mons. Gaetano Fontana, Vicario generale della Diocesi, padre Tiziano Sterli, preposito dei padri Filippini dell’Oratorio di Santa Maria della Pace, Francesco Maltempi, presidente Fondazione padre Marcolini, mons. Edoardo Cerrato, Vescovo di Ivrea, e il sindaco Emilio Del Bono. Il volume riporta degli scritti inediti di padre Marcolini. Si prosegue alle 15.30 nel salone Bevilacqua dei Padri della Pace con il convegno “Padre Ottorino Marcolini e le sue opere”. Tra i presenti, oltre a Giuseppe Tonino e Franco Salina, anche Davide Forlani, presidente onorario dell’Associazione nazionale alpini di Brescia. Padre Marcolini è stato, infatti, cappellano militare dell’aviazione e degli alpini. Le sue gesta sono rimaste impresse sulle pagine di Mario Rigoni Stern. Alle 18.30, nella Chiesa di S. Maria della Pace, S.Messa solenne concelebrata nel 40° anniversario della morte di padre Ottorino Marcolini, presieduta dal Vicario generale, mons. Gaetano Fontana.

Le celebrazioni proseguono sabato 24 novembre, alle 11, nella sede di A2A, con lo scoprimento e la benedizione del busto dedicato a padre Marcolini. All’evento sarà presente anche il presidente della multiutility Giovanni Valotti. La giornata continua alle 20.30 nel salone San Barnaba di corso Magenta con il concerto del Coro “Alte Cime” della sezione Ana di Brescia (ingresso libero), un omaggio musicale al sacerdote della Pace aperto alla città.

Le manifestazioni si chiudono domenica 25 novembre nella sede della Fondazione padre Marcolini in viale Caduti del lavoro 17 a Brescia: alle 16 l’ingresso, con la presentazione delle attività mentre alle 16.30 è in calendario la rappresentazione teatrale dei richiedenti asilo ospitati nella casa Marcolini-Bevilacqua.


ROMANO GUATTA CALDINI 15 nov 2018 13:22