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Brescia
di REDAZIONE 14 mar 2019 14:21

Prima le persone

“Prima le persone”. Di fronte ai primi effetti della legge 132 (Decreto Sicurezza), il Tavolo Asilo Forum del Terzo Settore (del quale sono parte attiva anche la cooperativa Kemay della Caritas e il Centro Migranti), il Coordinamento provinciale Sprar e Cgil, Cisl e Uil chiedono ufficialmente alla Prefettura la sospensione delle misure di chiusura dell’accoglienza

“Prima le persone”. Di fronte ai primi effetti della legge 132 (Decreto Sicurezza), il Tavolo Asilo Forum del Terzo Settore (del quale sono parte attiva anche la cooperativa Kemay della Caritas e il Centro Migranti), il Coordinamento provinciale Sprar e le tre sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil, chiedono ufficialmente alla Prefettura la sospensione delle misure di chiusura dell’accoglienza. Non è un qualcosa di utopico. Ci sono, infatti, anche dei precedenti importanti che arrivano da altri territori provinciali dove i Prefetti non hanno revocato le misure di accoglienza alle famiglie con minori e ai vulnerabili. Per il momento, nel Bresciano, sono 12 i nuclei familiari (complessivamente 42 persone) con differenti percorsi di integrazione non ancora conclusi che saranno costretti a lasciare l’accoglienza; a questi si aggiungeranno circa 30 persone segnalate dai centri come bisognose di cure mediche importanti.

E siamo solo all’inizio. In quanti diventeranno invisibili e, molto probabilmente, finiranno per accedere ai servizi sociali?  La risoluzione di questi problemi rischia di ricadere sulle spalle delle realtà del Terzo Settore: “Il Ministero – ha confermato Stefano Savoldi della cooperativa Kemay – chiude uno strumento e non ne fornisce un altro”. Qualcuno, anche in Prefettura, si è lasciato scappare un “in questi anni avete guadagnato… ora rimboccatevi le maniche”. È evidente che è una visione distorta dell’opera messa in campo dalle associazioni che hanno investito, come affermano con forza i Sindacati, anche molto nelle risorse umane. Con questi provvedimenti sono a rischio circa 250 posti di lavoro di persone che in questi anni hanno acquisito competenze e professionalità.  

Sullo sfondo c’è il tentativo disperato (siamo in presenza di un’emergenza umanitaria come è stato ribadito più volte durante la conferenza stampa) di appellarsi alla politica perché prenda in seria considerazione la situazione che si sta creando e, soprattutto, le ricadute di tipo sociale. La sospensione sarebbe giustificata anche dalla sentenza della Corte di Cassazione che stabilisce la non retroattività delle norme di legge. Nonostante gli impegni presi ufficialmente dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con i Comuni, in merito all’accoglienza delle persone vulnerabili, non ci sono state evoluzioni. Tutto tace.

Nel frattempo, la Prefettura ha pubblicato il nuovo bando per la gestione dei richiedenti protezione internazionale presenti sul territorio e attualmente in accoglienza. Verrà, quindi, applicata una drastica riduzione delle misure di accoglienza e di qualità fino ad oggi (e nonostante i chiari di luna) garantite. L’alfabetizzazione e l’integrazione passano in secondo piano, si punta solo sul vitto e l’alloggio. Saranno favoriti i grandi concentramenti. Di fatto viene colpito il modello della micro accoglienza diffusa che ha caratterizzato (in maniera positiva) il lavoro degli Enti locali e del Terzo settore. Solo nella nostra provincia sono attivi 13 progetti Sprar (con il coinvolgimento di 35 Comuni) con 420 posti a disposizione.


REDAZIONE 14 mar 2019 14:21