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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 12 set 2023 07:36

Scuola al via nel Bresciano: 150mila in classe

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Prende ufficialmente il via oggi il nuovo anno scolastico. Le considerazioni del dirigente dell'Ust Giuseppe Bonelli

Sono circa 150mila gli studenti bresciani delle scuole di ogni ordine e grado pronti a rimettere piedi in classe. Lo stanno per fare (o l’hanno già fatto) nei 143 istituti statali (per un totale di oltre 400 scuola tra infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) e la galassia delle 262 scuole paritarie presenti nel Bresciano. Quella della scuola bresciana, dunque è un a macchina imponente il cui avvio, però, quest’anno è stato meno difficoltoso che in passato, almeno per quel che riguarda la vita dentro gli istituti, perché sul fronte del trasporto locale i probelmi permangono.

“Non ci siamo ancora imbattuti in problemi insormontabili, anche se difficoltà e imprevisti non mancano. Per il suono della prima campanella abbiamo sostanzialmente concluso tutte le operazioni necessarie per fare sì che ogni scuola della provincia possa contare su docenti, personale Ata e dirigenti per affrontare a pieno organico il nuovo anno scolastico”. Giuseppe Alfredo Bonelli, dirigente dell’Ust di Brescia, conferma in questa intervista di aver vissuto l’attesa del suono della prima campanella con relativa serenità. “Forse – continua – l’unica criticità è quella dei dirigenti scolastici: pensionamenti, trasferimenti e assenze di queste figure fanno sì che il nuovo anno scolastico prenderà il via con 25 reggenze”. Molto meglio è andata quest’anno sul versante docenti grazie a un maggior numero di immissioni in ruolo, soprattutto per quel che riguarda la matematica e il sostegno da sempre i settori un po’ più in sofferenza. “Siamo a buon punto con la nomina di supplenti e di personale Ata. Tutto questo mi consente oggi di dire – sono ancora le sue considerazioni – che l’anno scolastico prende il via in condizioni tutto sommato tranquille” (anche se ci sono ancora un centinaio di cattedre da coprire, ndr).

Quindi sono destinate a essere definitivamente superate le difficoltà dovute a un sistema di reclutamento dei docenti che da fuori sembra un po’ farraginoso…

Oggi la situazione è decisamente migliorata, anche grazie ad alcune importanti esperienze portate avanti a Brescia che ha sperimentato un sistema di reclutamento dei docenti informatizzato che, dopo il necessario rodaggio, è stato adottato a livello nazionale. Molte delle difficoltà incontrate in passato, oltre che alla farraginosità del sistema, sono da imputare anche ai numeri. Non bisogna dimenticare infatti che la scuola pubblica bresciana è una delle più grandi del Paese, con un numero complessivo di addetti che supera le 15mila unità. Ad ogni anno scolastico dobbiamo mettere mano, tra pensionamenti, trasferimenti e nuove immissioni, a 5.000 posizioni. Non ci vuole molto a immaginare che di fronte a una tale mole di lavoro non ci sia semplificazione che tenga.

Ci sono alcune questioni che preoccupano come il numero sempre più elevato di studenti e alunni con disabilità e difficoltà… Come può la scuola farvi fronte??

Oggi possiamo contare su una scuola che la accoglie come la disabilità come risorsa e mette in gioco azioni, risorse e professionalità per fare fronte a questo bisogno. Diverso è, invece, il discorso sulle certificazioni relative ai diversi disturbi specifici dell’apprendimento. Rispondere a questi bisogni aiuta a consolidare un’idea di scuola che non mette sul piatto un’offerta indifferenziata, ma che è capace, invece, di guardare e rispondere alle esigenze di ogni singolo studente.

Come risposta a forme di disagio e di devianza, da più parti si chiede alla scuola di essere più presente…

La scuola da sempre cerca di risponde al tema dell’emergenza educativa, ed è giusto che lo faccia nel miglior modo possibile. Esempi importanti di questo non mancano nemmeno nel Bresciano. Bisogna prendere, però, pienamente coscienza del fatto che la scuola, da sola, non può fare molto. Serve il fattivo impegno anche delle altre agenzie educative presenti nei territori.

Da più parti, infine, si invoca un ripensamento dei calendari scolastici…

Si tratta di tema sul tavolo almeno da 15 anni con valide argomentazioni didattiche, pedagogiche e organizzative. C’è però un problema strutturale che non può essere eluso: gran parte del nostro patrimonio scolastico è vecchio e superato. Pensare a una riorganizzazione dell’anno scolastico chiederebbe, preventivamente, un grosso progetto strutturale.

MASSIMO VENTURELLI 12 set 2023 07:36